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Giovedì, 18 Aprile 2024
Psicologia e Coppia

Incinta con l'inquietudine del Coronavirus: la testimonianza di una futura mamma

Dal corredino scelto on line all'ecografia negata, il racconto di una giornalista di PalermoToday in dolce attesa durante la quarantena per l’emergenza sanitaria

L’emergenza sanitaria ha stravolto la quotidianità di tutti: l’isolamento in casa a cui siamo chiamati per arginare il più possibile la diffusione del coronavirus è foriero di tante riflessioni per il futuro, ancor più se si tratta di una futura mamma in dolce attesa in un momento tanto delicato.

Carola Catalano, giornalista di PalermoToday, racconta la sua gravidanza passata tra le mura di casa: dal corredino scelto on line all'ecografia negata, di seguito riportiamo la sua toccante testimonianza.

"Gravidanza e quarantena, due parole che mai avrei pensato di affiancare e che invece riassumono perfettamente la situazione che io e molte altre donne palermitane in attesa stiamo vivendo ormai da una settimana. Esattamente dallo scorso martedì tutta Italia è una zona protetta. Per contrastare il Coronavirus, uno sconosciuto fino ad un paio di mesi fa, abbiamo imparato a rispettare quattro semplici parole: io resto a casa. Con hastag o senza il senso non cambia. Il virus è il soggetto dei nostri incubi la notte, delle nostre conversazioni durante il giorno, il nemico da combattere per poter ricominciare ad uscire e sognare un futuro migliore. Nell’attesa che questo accada il Paese è in standby ed è difficile persino gioire perché si è in dolce attesa, nonostante questa gravidanza sia stata desiderata a lungo e sia arrivata solo dopo aver vissuto diversi aborti spontanei, eventi dolorosi che lasciano il segno su ogni donna. Ma anche su ogni uomo.

L’ecografia, che per me e mio marito è un momento speciale durante il quale si può vedere la nostra bambina (sì, è una Lei) è posticipata a dopo il 3 aprile (termine in cui il decreto scadrà) e mentre il tempo scorre lento non si può fare altro che sperare che vada tutto bene. Una speranza alimentata da ogni calcio, capriola o singhiozzo che la vita che cresce dentro di me mi regala. I negozi sono chiusi quindi il corredino e tutto quel che serve per il grande giorno (quello della nascita) si può acquistare solo online e l’effetto non è antistress come quello dello shopping vecchia maniera (almeno per me). Inoltre nonni, amiche e cognate non possono prendere parte a questo rito preparatorio. Vietato anche andare in palestra per fare pilates - attività consigliata in gravidanza sia perché prepara il corpo al parto sia perché allevia il mal di schiena - perché sono chiuse.

Consentito ma pericoloso andare in farmacia e al supermercato, luoghi molto frequentati di questi tempi. Più prudente mandare il marito e restare a casa. Insomma le rinunce sono tante e in questo momento particolare della vita di una donna pesano ancora di più ma l’amore per la vita che verrà e il vedere che l’Italia non è mai stata unica come adesso ci danno la forza di continuare a rispettare le regole imposte dall’alto che hanno solo lo scopo di tutelarci. Certo le paure non mancano: una per tutte il pensiero di dover partorire in piena emergenza Coronavirus. Di non ricevere, per ovvi motivi, le dovute attenzioni. Di un imprevisto che potrebbe essere fatale. Meglio non pensarci però è andare avanti fiduciosi ripetendosi che andrà tutto bene: ricominceremo a vedere familiari, amici e colleghi, ad andare a pranzo/cena fuori, a fare una passeggiata al mare, a prendere treni/aerei/navi/pullman, a scoprire il mondo. E lo faremo in tre".

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