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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Anoressia e bulimia già a 8 anni: è allarme

Il fenomeno è in crescita ed è difficile da diagnosticare: i sintomi compaiono sempre prima

I disturbi alimentari sono sempre di più, colpiscono sempre prima, con bambine e bambini che già a 8 anni manifestano i segnali predittivi, difficili da incanalare nelle "vecchie" categorie e quindi da diagnosticare. L'allarme viene dal 71° Congresso della Società Italiana di Pediatria, che ha dedicato una sessione a questo tema, cercando di individuare gli "indizi" che possono aiutare i genitori e i pediatri a intervenire prima possibile.

A rilevare l'esordio sempre più precoce dei disturbi del comportamento alimentare è la letteratura scientifica degli ultimi anni ed in Italia il fenomeno è confermato anche dalla Ricerca Nazionale sui DCA del Ministero della Salute condotta su un campione di 1.380 preadolescenti e adolescenti di età compresa tra gli 8 e i 17 anni. Già in bambine di 8 anni sono stati riscontrati i disturbi più comuni, dall'anoressia alla bulimia, insieme a disordini alimentari più difficili da interpretare, come la disfagia, cioè la difficoltà a deglutire, il selective eating (alimentazione selettiva) passando per il food avoidance emotional disorder (disturbo emotivo da evitamento del cibo).

Ma come riconoscere i campanelli di allarme? "Tra gli 8 e i 10 anni c'è quella che potremmo definire 'l'età del sospetto', in cui si manifestano i primi segni del problema - spiega Giampaolo De Luca, Vicepresidente della Società Italiana di Medicina dell'Adolescenza e Presidente della SIP sezione Calabria - Se si riesce a intercettarli subito i ragazzi recuperano. Questo è compito del pediatra, che con quattro semplici domande, ('ritieni che dovresti metterti a dieta', 'quante diete hai fatto nell'ultimo anno', 'ti senti insoddisfatto del peso del tuo corpo', 'il peso influenza l'idea che hai di te stesso'), potrebbe individuare i casi sospetti e monitorarli nel tempo". 

Anche per i genitori ci sono dei campanelli d'allarme da non sottovalutare, sottolinea l'esperto. "Il genitore deve preoccuparsi se vede cambiare il comportamento dei figli - spiega - se nota ansia, oppure la tendenza a chiudersi in se stessi, se nascondono le cose che fanno. L'isolamento è un indizio, i ragazzi tendono a frequentare al massimo una sola persona, mentre un'altra evidenza sono gli episodi di autolesionismo, come tagliarsi (spesso sulle braccia), che accompagnano i disturbi alimentari".

Alcuni segnali vengono dal modo in cui si mangia, ad esempio lo sminuzzare il cibo in pezzi piccolissimi, la lentezza del pasto, l'esclusione di alcuni alimenti, l'iperattività fisica, l'assunzione di molta acqua, un uso frequente del bagno, specie dopo i pasti. "Non esiste una sola causa che spieghi l'origine sempre più precoce dei disturbi del comportamento alimentare - aggiunge De Luca - ma va prestata attenzione ad alcuni fattori che possono precederne l'insorgenza, tra questi, l'insoddisfazione per il proprio corpo, l'ambiente familiare (depressione materna, conflitto generazionale), il sovrappeso, la scarsa autostima. Esiste anche una suscettibilità genetica a tali disturbi".

            

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