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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Allarme anoressia: così i social network esaltano il 'dio magro'

Il web è un terreno fertile per il mito di un fisico emaciato e malato, sempre più alimentato dalle varie piattaforme sociali che ne stimolano la diffusione nascondendo la pericolosità dei disturbi alimentari

Tecniche di vomito efficaci, strategie innovative per il consumo di calorie in eccesso, digiuni dimagranti al limite della sopravvivenza: il web è un'autentica enciclopedia virtuale per le provette anoressiche, queste piccole e grandi discepole del 'dio magro' che, affiliandosi alla religione di un folle deperimento, sacrificano il corpo sull'altare del digiuno, vanagloria di sicurezze bugiarde.

Ma è l'avvento e la contestuale diffusione dei social network, adesso, a fare impensierire chi di disturbi alimentari si occupa e in una nota di Francesco Iarrera, Responsabile Centro di riabilitazione nutrizionale UOL-AIDAP, sono esposte chiaramente le ragioni di una preoccupazione che dovrebbe allertare non solo chi ha a che fare in prima persona con queste problematiche, ma la società intera, con le sue pubblicità ingannevoli, i suoi falsi miti e la sua sedicente 'perfezione estetica'.

"Attraverso la rete di contatti che gli spazi social garantiscono, si riesce a saltare il passaggio della ricerca delle informazioni" si legge su 'Il Fatto Alimentare', "basta scorrere le ultime notifiche dei propri cyber amici e il gioco è fatto: autoritratti di gambe, pance e cibi, o l’elenco di tutto ciò che si mangia, spesso corroborato da un esatto calcolo delle calorie", avverte l'esperto che mette in guardia anche su alcuni profili fake, il cui nome fittizio riconduce all’anoressia.

"Si tratta di account, apparentemente usati per chiedere aiuto, ma che in realtà funzionano sia da auto-alimentatore della malattia, sia da stimolo per chi li segue e spesso li commenta. In queste pagine spesso viene a galla un forte pregiudizio verso il sovrappeso, fino a giungere all’estremo concetto secondo cui “tutto ciò che è desiderabile è magro”

Come se non bastasse, poi, aleggia una sconcertante disinformazione negli spazi pubblici in cui si interagisce in tempo reale, accessibili a chiunque e forieri del pensiero secondo cui non esistono vie d'uscita dall'impasse del disturbo: "Tutto ciò conduce molte ragazze già in cura o intenzionate a intraprendere un percorso terapeutico a ridurre le proprie aspettative di guarigione".

"Il Centro di Riabilitazione Nutrizionale ritiene utile una maggiore sorveglianza su certi siti e sui  profili social presenti in rete. Per questa ragione, vorremmo che chi condivide questo nostro pensiero (terapeuti, educatori, ragazze\i colpite da queste patologie e loro familiari…) ci aiutasse a riconoscere i profili social e i vari siti pro anoressia, esplicitamente pericolosi. Al contempo, si dovrebbe operare al fine di dissuadere chi, magari inconsapevolmente, trasmette immagini e racconti che possano essere riconducibili all’ideale di magrezza"

Questo è il messaggio diffuso da Iarrera che, benché non sia ancora chiaro quale possa essere il peso reale della pressione 'social' sulle persone già affette da un disturbo alimentare e su quelle che sono a rischio, riflette l'opinione diffusa fra i clinici che essa rappresenti un potente stimolo alla magrezza e una continua affermazione del pensiero che essere magro sia l’unica virtù riconoscibile.

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