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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Aumento seno, 4 cose che possono andare storte dopo l'intervento

Tra le complicazioni che si possono presentare, lo spostamento, la rotazione e in alcuni casi anche la rottura delle protesi

Può essere colpa di uno di quei fattori imprevedibili che in medicina non si possono mai escludere del tutto, di un chirurgo poco esperto, di qualche richiesta avventatamente accontentata o di qualche indicazione post operatoria non rispettata dalla paziente. "La mastoplastica additiva, ossia l'aumento del seno, è uno degli interventi più eseguiti in Italia e nel mondo: le complicazioni sono molto rare e sempre risolvibili, ma è bene che le pazienti siano informate di quello che potrebbe andare storto". Parola di Chiara Botti, chirurgo plastico di Clinica Villa Bella a Salò (Brescia), che recentemente è stata invitata al Congresso della Società tedesca di chirurgia plastica a Berlino, a cui hanno partecipato oltre mille specialisti, e a quello organizzato a Teheran dalla Società di chirurgia estetica, proprio per rioperare pazienti che avevano avuto dei problemi con le protesi al seno e per parlare delle problematiche più frequenti.

"Le complicazioni di un intervento sono difficili da gestire sia per il medico, sia per il paziente - spiega Botti - La seconda operazione è sempre più complessa della prima, in quanto si tratta di intervenire per risolvere una soluzione problematica, non sempre è facile riuscirci". Il consiglio è scegliere con cura il medico a cui ci si rivolge già dalla prima volta, senza lasciarsi lusingare da prezzi bassi o offerte low cost, ma basandosi sull'esperienza dello specialista. In Italia le operazioni di chirurgia estetica secondarie, ossia eseguite dopo che il primo intervento non è andato a buon fine, sono state il 13,6% del totale (dati Aicpe): solo nel 36,5% dei casi il paziente ritorna dallo stesso dottore, la maggioranza preferisce rivolgersi a un altro.

Le complicazioni più frequenti con la mastoplastica additiva sono contrattura capsulare, spostamento della protesi, rotazione e rottura. "Un elenco che, pur non essendo del tutto esaustivo, riassume le problematiche più frequenti" secondo la specialista. La prima è la contrattura capsulare, ossia l'indurimento del seno: "E' quella più diffusa, con un'incidenza tra l'1 e il 2%. Può capitare durante tutto l'arco di vita della protesi e le cause sono diverse: dalle infezioni subcliniche (dovute a batteri presenti nella mammella e nei dotti o a bronchiti o tonsilliti non curate con antibiotici), alla contaminazione delle capsule con materiale estraneo. Si manifesta appunto con l'indurimento del seno e si risolve rimuovendo la protesi e reinserendone una nuova". Altra complicazione possibile è lo spostamento della protesi: "Può capitare nei primi due mesi dopo l'impianto. Si verifica se la paziente esegue un movimento troppo energico con le braccia oppure se fa molto esercizio nelle settimane immediatamente successive all'intervento. Trascorsi due mesi il tessuto intorno alla protesi si cicatrizza e la paziente può riprendere con regolarità la propria attività. Anche in questo caso la soluzione è tornare in sala operatoria per riposizionare la protesi nella giusta posizione" spiega ancora la dottoressa Botti. 

Altra possibile complicazione è la rotazione: "Capita con le protesi anatomiche che sono a forma di goccia e se si girano cambiano anche la forma del seno. Può succedere quando si realizza una 'tasca' troppo larga per inserire la protesi; quando si passa da una protesi più grande a una più piccola senza ridimensionare la tasca e nel caso in cui la paziente esegue dei movimenti eccessivi con le braccia. La soluzione è rimettere la protesi nella posizione originaria: a volte si può risolvere con un'apposita manovra per girare la protesi, altrimenti si deve rioperare. Succede più frequentemente nei primi due mesi dopo l'intervento ma può capitare anche successivamente". Infine, può succedere che la protesi si rompa: "La rottura della protesi di solito è successiva a un trauma, ad esempio un incidente d'auto. L'incidenza è bassissima, tanto che le aziende forniscono gratuitamente una coppia di protesi per la sostituzione e, in alcuni casi, rimborsano anche il costo dell'intervento per il reimpianto".

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