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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Dislessia, parla l'esperto: "Attenzione ai sintomi: così può essere riconosciuta in tempo"

Lo psicologo Giuseppe Aquino, membro del Consiglio Direttivo dell'Associazione Italiana Dislessia, ha fornito a 'Today' tutte le informazioni utili per individuare i segnali di un disturbo dell'apprendimento spesso confuso con svogliatezza e scarso impegno scolastico

"È intelligente, ma non si applica" è una specie di 'frase fatta' nel gergo scolastico, uno di quei commenti propri degli insegnanti che, esprimendo un giudizio meritorio, si affrettano poi a specificare la lacuna di un alunno distratto, svogliato e pure un po' troppo irrequieto. 

Ebbene, questa formula, tanto cattedratica quanto concisa, è la stessa con cui, a volte, sono stati 'bollati' i bambini dislessici, ovvero coloro che, affetti da un Disturbo Specifico dell'Apprendimento (DSA), hanno dimostrato qualche difficoltà nella lettura, scrittura, calcolo e perciò hanno finito con l'essere confusi con quella schiera di studenti che di tenere il sedere incollato alla sedia proprio non ne volevano sapere.

Dopo le dichiarazioni con cui i personaggi dello spettacolo hanno affermato di appartenere a tale categoria (ultima, in ordine tempo, Jennifer Aniston che ha confessato di essersi sentita stupida fino all'età di 20 anni) e i numeri che indicano la loro diffusione (nel 2013, il Miur ha calcolato che vi sono 90.000 diagnosi presso i vari Uffici Scolastici regionali), la nostra redazione ha interpellato l'Associazione Italiana Dislessia che, nella veste dello psicologo Giuseppe Aquino, membro del Consiglio Direttivo, ci ha fornito tutte le informazioni necessarie per fare chiarezza sull'argomento.

- Cos'è, esattamente, la dislessia? 
Sicuramente non è una malattia, ma una 'caratteristica' propria dell'individuo che la manifesta. È un disturbo dell'apprendimento di natura neurobiologica che riguarda le persone intelligenti e attiene alla capacità di leggere ad alta voce, cioè di trasformare un testo scritto in parlato, di scrivere e di fare di calcolo: in pratica, il bambino dislessico può leggere e scrivere, ma solo impegnando al massimo le sue capacità e le sue energie, poiché non può farlo in maniera automatica.

- Come si manifesta e a che età?
Proprio perché il bambino tende a concentrarsi al punto tale da stancarsi rapidamente, i campanelli d'allarme del disturbo potrebbero essere gli errori che commette proprio mentre legge, magari inn maniera lenta e stentata, mentre scrive, con l'omissione, ad esempio, di lettere doppie, o nel ricordare le tabelline e risolvere semplici calcoli matematici. L'età è quella che coincide con la seconda elementare per quanto attiene alla disortografia, con la terza quando il disturbo attiene alla discalculia. 

- Jennifer Aniston, durante l'intervista in cui ha ammesso di essere dotata di questa 'caratteristica', ha dichiarato di averlo scoperto attraverso una semplice visita oculistica: come ha fatto un medico, che con scrittura e lettura non ha nulla a che fare, ad indicare la probabile causa del disturbo?
Sicuramente, per esclusione: nel senso che può accadere che, per prima cosa, il DSA sia associato ad una carenza della vista e perciò ci si rechi dall'oculista per un parere. Il medico, allora, preso atto che non rilevino problemi visivi tali da ostacolare la lettura, può avere il sentore che si tratti di un sintomo riconducibile al disturbo e indirizzare il paziente.sulla via giusta. 

- Quanto è importante riconoscere i sintomi al più presto?
La diagnosi precoce è fondamentale per evitare gli errori più comuni che un genitore o un insegnante tende a fare, come colpevolizzare il bambino o attribuire la causa a problemi psicologici, errori che determinano sofferenze, frustrazioni. Per questo il supporto dell'insegnante è determinante e per questo il corpo docente viene formato in tal senso dal Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca che si avvale proprio della collaborazione della nostra Associazione. 

- Quali sono le figure sanitarie cui rivolgersi?
Neuropsichiatra e psicologo, innananzitutto, poi, a seconda dei casi, anche l'ausilio di un logopedista può rivelarsi determinante. A tal proposito, la legge 170 del 2010 - che reca 'nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico' - prevede che la scuola applichi misure compensanti e dispensative per gli alunni con DSA, come, ad esempio, l'editor di testi, ovvero una tipologia di software che consente di scrivere dei testi al posto del tradizionale quaderno o la sintesi vocale, che trasforma in audio il testo digitale. Misure del genere sono anche quelle che esonerano dalla lettura in classe ad alta voce o quelle che danno la possibilità di utilizzare calcolatrici in classe. 

- Ammesso che il termine sia corretto, si può 'guarire' da questo disturbo e arrivare a leggere e scrivere normalmente?
No, non si guarisce proprio perché non è una malattia, ma si può imparare a convivere con questa caratteristica migliorando le proprie capacità. Per questo è fondamentale non nascondere il problema e parlare dell'argomento che il 15 e 16 maggio prossimi sarà affrontato approfonditamente al XV Congresso Nazionale dell'Associazione Italiana Dislessia che tratterà degli sviluppi riguardanti l'argomento a 5 anni dalla legge del 2010. 

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