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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Francesca Pascale a Chiesa e centrodestra: "Sì alle unioni gay, basta bigottismo"

La fidanzata di Berlusconi scende in campo e si batte per le coppie di fatto contro gli stessi principi del partito del Cav

E' sempre stata una grande attivista politica Francesca Pascale, militante in Forza Italia da anni, ancora prima di conoscere Silvio Berlusconi che poi, oltre al suo leader, sarebbe diventato anche il suo fidanzato. Non ci si deve stupire, quindi, del suo interesse e impegno in campo, semmai delle sue ultime battaglie che sposano poco alcuni dei principi su cui si fonda il centrodestra, primo fra tutti il tanto discusso concetto di "famiglia tradizionale".

 

Al contrario di quello che ci si sarebbe aspettato, la fidanzata del Cavaliere ha dichiarato in un'intervista al Corriere del Mezzogiorno il suo completo appoggio alle unioni civili: "Lo dico da cristiana, da cattolica, da donna che vive nella condizione di coppia di fatto: sì alle unioni civili, sì al rispetto per la libertà individuale".

 

"Cristo ha detto: ama il prossimo tuo come te stesso - ha aggiunto la Pascale - Non ha insegnato a fare differenza tra gay ed etero. Ecco, mi piacerebbe se il centrodestra aprisse i suoi orizzonti e affermasse: siamo liberali fino in fondo e non soltanto quando ci interessa o quando ci fa comodo. Va bene rispettare ciò che dice la Chiesa, ma la Chiesa deve rispettare anche la libertà di uno stato laico e non confessionale, altrimenti si sconfina nella discriminazione di chi non è cattolico".

 

Francesca Pascale è un fiume in piena: "No al bigottismo ipocrtia. Forza Italia è formata da tante anime, anche quella liberale rappresentata dallo stesso presidente Berlusconi. E per paura di spaventare la Chiesa si fa finta di non vedere e non sentire. Si parla tanto di Europa per i problemi economici. Eì giusto e capisco, data la situazione di crisi. Ma sui diritti sociali, quando pensiamo di avvicinarci al resto delle nazioni europee?  La libertà, per il nostro partito, è il valore principale. Ma questo principio deve essere rispettato fino in fondo".

 

Impegno politico per i diritti civili o coda di paglia? "Io parlo della mia condizione, ma non soffro se lo Stato non vuole riconoscermela - ha detto - Anche perchè non ne sento il bisogno. Ho scelto io, liberamente, di convivere con un uomo divorziato e mi sta bene così. Certo, mi spiace quando, trovandomi in chiesa, il prete mi guarda dall'alto in basso e punta contro di me il suo indice accusatore per farmi capire che rappresento in quel caso il peccato. Non è quello che cerco dalla Chiesa, non intravedo, in questo atteggiamento, la parola di Dio".

Francesca Pascale © Infophoto

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