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Giovedì, 25 Aprile 2024
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La sigaretta "consuma" il cervello: lo studio

La rivista “Molecular Psychiatry” ha pubblicato una ricerca che dimostra come il fumo danneggi gravemente la materia grigia cerebrale

Che il fumo della sigaretta danneggi seriamente la salute sia di chi lo respira in prima persona che di chi si trova costretto ad esserne invaso suo malgrado non è di certo una novità, ma ciò che è stato pubblicato recentemente dalla rivista Molecular Psychiatry aggiunge un ennesimo tassello alla pericolosità del vizio.

Tra i vari effetti negativi del fumo, adesso va annoverato anche un assottigliamento dello strato più esterno della materia grigia cerebrale, che impiega diversi anni per essere recuperato anche quando si riesca, finalmente, a smettere. 

Lo studio è stato compiuto su oltre 500 persone con più di 70 anni - 36 fumatori, 223 ex fumatori e i restanti che non avevano mai fumato -, tutti sottoposti a risonanze al cervello e a misure di quoziente intellettivo. ''L'analisi degli esami ha rivelato che i fumatori hanno in generale una corteccia più sottile di chi non ha mai fumato" hanno scritto gli autori che hanno poi specificato come a quelli che avevano smesso di fumare dopo che, in media, erano abituati a consumare un pacchetto al giorno per 30 anni, fossero serviti almeno 25 anni per annullare le differenze in spessore con chi non aveva mai acceso una sigaretta.

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