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Venerdì, 19 Aprile 2024
Donna

“Io sono 'la' Presidente!”: Laura Boldrini contro il linguaggio maschilista

Al convegno dedicato alla violenza sulle donne, la terza carica dello Stato accusa i media di incrementare stereotipi culturali sbagliati e di usare parole inappropriate

La donna, in tutte le forme e le accezioni comunemente recepite a livello sociale e mediatico, è stato l’argomento con il quale è intervenuta al convegno dedicato alla 'Convenzione di Istanbul e media' incentrato sulla violenza sulle donne ‘la’ Presidente Laura Boldrini.

Si badi, ‘la’ Presidente e non ‘il’ Presidente, come ha voluto puntualizzare lei stessa, poiché, ha spiegato, lungi dall’essere un mero puntiglio “non è un vuoto formalismo la richiesta che anche il linguaggio sappia adattarsi all'evoluzione del costume". “Ogni giorno mi sento chiamare 'signor presidente', ogni giorno. Ora basta!...", ha esclamato difendendo il diritto delle interessate a veder definita la loro carica al femminile, ad esempio  con'la' ministra.

“Sulle donne e sul loro ruolo nelle istituzioni e nella società civile, i media sono pieni di stereotipi”, ha proseguito, soffermandosi soprattutto su pubblicità e stampa: “Penso a certi spot italiani in cui papà e bambini stanno seduti a tavola mentre la mamma in piedi serve tutti”, ha fatto notare la Presidente, “oppure al corpo femminile usato per promuovere viaggi, yogurt, computer" e che in altri Paesi "difficilmente arriverebbero sullo schermo".

E ha parole anche per l’informazione, su cui punta il dito citando un articolo della scorsa settimana sul bilancio della Camera: "C'era una notazione, per altro neppure fondata, sull'aumento della spesa per la pulizia dei locali. E l'autore dell'articolo così proseguiva: 'si vede che ora a comandare lì alla Camera c'è una donna’". “Insomma”, prosegue a metà tra il disinteresse e l’ironia, "se una di noi arriva alla Presidenza della Camera il massimo che può pensare di saper fare, essendo donna, è tenere ben pulite le aule".

Riguardo al tema scottante e attualissimo degli abusi sulle donne, la terza carica dello Stato ha poi richiamato "il sistema mediatico a riflettere sui propri meccanismi di funzionamento, sui riflessi condizionati della professione giornalistica" rispetto ai tragici fatti di cui ogni giorno tanto si discute.

Un esempio è quello della parola ‘emergenza’, che invece non può essere considerata tale la circostanza che "nel 70% dei casi le vittime avevano denunciato: era già tutto scritto, ma queste donne non sono state ascoltate, non hanno avuto assistenza". E ancora: "Come si fa ancora a parlare di 'raptus' di gelosia? Questo non va bene", ha denunciato la terza carica dello Stato.

Per ciò che attiene alla televisione, ha infine chiesto: "Perché nei talk show ci sono solo esperti uomini a discutere di certi temi, quando sappiamo che ci sono tantissime donne esperte nelle stesse materie? Una par condicio di genere sarebbe utile anche per fornire alle nostre ragazze, alle nostre figlie, modelli diversi".

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