rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Donna

Nomi vietati: ecco come non si può chiamare un bambino

In Italia è proibito ‘Venerdì’, in Nuova Zelanda ‘Lucifero’ e in Svezia ‘Ikea’: viaggio tra i divieti che impediscono di dare epiteti astrusi ai figli

Sono tanti i genitori alla ricerca di un nome di battesimo originale per il proprio figlio e una scelta un po' troppo particolare può risuonare come una stravaganza eccessiva nei confronti di una creatura innocente che a quell’identità sarà legata per tutta la vita.

E sarà forse per una sorta di tutela improntata a chi non ha ancora la facoltà di urlare il dissenso per un nome che suona più come uno sberleffo che altro, che in alcuni Stati del mondo determinati nomi non possono risultare nei registri anagrafici proprio per la loro assurdità, nonostante ne vengano accettati degli altri che quanto a stranezza non sarebbero da meno.

- Italia. Sono vietati i nomi ridicoli o vergognosi e quelli stranieri devono essere espressi in lettere dell’alfabeto italiano, incluse le lettere J, K, X, Y, W. Vietati anche i nomi geografici eccetto Italia, Europa o America, mentre è concesso Asia. Nel 2008 il giudice ha vietato ad una coppia di chiamare il figlio 'Venerdì', come il giorno della settimana e uno dei personaggi del romanzo 'Robinson Crusoe' di Daniel Defoe, mentre a Torino è stato respinto il nome 'Andrea' per una bambina perché considerato prettamente maschile.

- Germania. Esiste un intero reparto (il Standesamt) che si occupa della questione "divieti anagrafici". Recentemente è stato vietato Miatt perché non lascia intuire il genere sessuale della persona e in passato sono stati respinti Woodstock e Grammophon. Accolti, invece, Lafayette e Jazz. Famoso il caso di un padre di origni irachene che non ha potuto dare a suo figlio un nome in onore di Julian Assange, ‘WikiLeaks’ per l’esattezza, finendo per chiamarlo Dako.

- Nuova Zelanda. I nomi proibiti sono ben 77, tra cui Duca, Reale, Giudice, Cavaliere, Regina e Lucifero. Anche usare la parola Giustizia o chiamarsi come un numero dell’Antica Roma potrebbe essere - secondo il Governo - motivo di persecuzione. Vietato anche Stallone, ma via libera per ‘Bus Numero 16’ e ‘Violenza’. La legge esiste anche per vietare casi come quello di una bimba, che ai tempi della sentenza aveva già nove anni, chiamata dai genitori ‘Talula Does The Hula From Hawaii’. I giudici hanno vietato anche i nomi ‘Fish’ e ‘Chips’ per due gemellini.

- Svezia. Non è ammesso Ikea, così come Metallica e Veranda, sì, invece, per ‘Google’ come nome proprio di persona. ‘Brfxxccxxmnpcccclllmmnprxvclmnckssqlbb11116’ è il nome che una coppia svedese ha cercato di dare al proprio figlio nel 1996 per protestare contro le severe leggi locali, che prevedono il beneplacito preventivo dell’autorità sull’associazione di cognome e nome.

- Norvegia. Nei divieti imposti dalla legge, la scelta dei nomi banditi varia da zona a zona della Scandinavia. A Oslo e dintorni nella lista di nomi ufficialmente sanzionati c'è anche il divieto di usare termini ispirati da parolacce, sesso e malattie. Nel 1998 una donna aveva scelto per la sua tredicesima figlia il nome Gesher (ebraico per ‘ponte’) perché le era apparso in sogno, ma i giudici non glielo hanno concesso. 

- Malesia. È uno degli stati più rigidi in materia di nomi di battesimo che ha negato “Chow Tow”, ovvero “Testa Puzzolente” perché ‘non in linea con le tradizioni locali’. Stesso destino per “Ah Chwar” (serpente), “Khiow Khoo” (gobbo) e “Sor Chai” (matto), così come 007.

- Stati Uniti. Una coppia forse molto appassionata di social network ha chiamato la propria figlia ‘Hashtag Jameson’, anche se poi l’annuncio è stato orgogliosamente postato dai genitori su Facebook, il social network concorrente.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Nomi vietati: ecco come non si può chiamare un bambino

Today è in caricamento