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Giovedì, 28 Marzo 2024
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L'ora legale aumenta il rischio di infarto. Parte la richiesta: "Abolitela"

Uno studio dell'Università del Michigan ha rilevato come i problemi cardiaci aumentino notevolmente il primo giorno lavorativo successivo all'entrata in vigore dell'orario 'estivo' che in America è diventato oggetto di una petizione volta ad abolirlo

Molto più dannoso del cosiddetto "Disturbo Affettivo Stagionale" causato dall'entrata in vigore dell'orario solare che con insonnia, spossatezza e inappetenza annuncia al fisico l'ingresso dell'inverno, è l'effetto prodotto sull'organismo da quello legale che, secondo uno studio dell'università del Michigan, comporta l'aumento del rischio di infarto.

L'allarme arriva dai ricercatori americani che proprio analizzando i dati relativi a pazienti degli ospedali dello Stato tra il gennaio 2010 ed il settembre 2013, ha osservato un'impennata dei casi di infarto nel primo giorno lavorativo dopo il cambio dell'ora, superiori  del 24-25% rispetto agli altri periodi dell'anno.

La fatale ripercussione, inoltre, pare si ripeta anche nei quattro lunedì successivi, considerata come la giornata più pericolosa della settimana per le coronarie poiché compromesse dalla mancanza di sonno, a cui il cardiologo autore dello studio, Hindter Gurm, ha attribuito la causa di tutto confrontando la situazione con il lunedì successivo al suo ripristino, quando la percentuale di infarti diminuisce del 21% rispetto a una giornata normale.

Per questo, in diversi stati americani, Colorado e New Mexico in testa, si sta combattendo una battaglia contro l'ora legale per abolirla in favore di un'unica fase che duri lungo tutto l'arco dei 365 giorni. I cardiologi del Michigan, al contrario, suggeriscono un'entrata in vigore dell'ora legale più dolce e graduale: 15 minuti a notte di sonno perduto per quattro giorni avrebbero ad esempio un impatto nettamente meno traumatico. 

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