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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Pillola anticoncezionale e tumore: uno studio rivela la correlazione

Secondo una ricerca danese, il rischio di ammalarsi di tumore al cervello è più alto nelle donne che hanno assunto un contraccettivo, ma gli esperti, conunque, esortano a non creare allarmismi

Le giovani donne che per una durata di almeno cinque anni assumono un contraccettivo ormonale per via orale, potrebbero essere più esposte al rischio di  sviluppare il glioma, rara forma di tumore cerebrale: a renderlo noto, uno studio realizzato dai ricercatori della University of Southern Denmark e pubblicato sul British Journal of Clinical Pharmacology, secondo cui nelle consumatrici a lungo termine la probabilità è doppia rispetto a coloro che non lo hanno mai utilizzato. 

La ricerca è stata condotta su pazienti tra i 15 e i 49 anni a cui è stata diagnosticata la malattia tra il 2000 e il 2009 e se da un lato ha comprovato i benefici delle terapie ormonali nella prevenzione e riduzione di insorgenza di alcuni tipi di cancro, come le neoplasie del seno, dell’ovaio e dell’endometrio, "d’altro canto – dice David Gaist, autore dello studio – si sa molto poco sulle cause dei gliomi e di altri tumori cerebrali. E poiché è noto che gli ormoni sessuali possono far crescere il rischio di determinati tumori, abbiamo voluto indagare se ci fosse un legame fra questi e le neoplasie che si sviluppano nel cervello".

Del resto, lo studio è stato effettuato su un campione ancora troppo ridotto per poterne trarre una regola generale, così è lo stesso Gaist a concludere: "Per ora, calcolando i rischi e i benefici degli anticoncezionali ormonali, il bilancio è ancora a favore del loro uso, ma è necessario conoscere meglio gli effetti collaterali sul lungo periodo per le donne che li utilizzano".

E proprio per allontanare la paura ingenerata da una simile affermazione, si è levata la voce autorevole di Annibale Volpe, ex presidente della Sic,  la Società Italiana della Contraccezione, che ha esortato ad affrontare in maniera meno allarmistica i risultati ottenuti dagli scienziati nordeuropei basandosi proprio sullo studio stesso e sulle parole dei ricercatori. 

Sono stati loro, infatti, i primi ad ammettere che un campione di 300 donne non rappresenta sufficientemente l’intero quadro casistico e bisogna sottolineare che nell’analisi condotta sono state prese in considerazione solo le donne che hanno sviluppato il glioma.Sembra una guerra di numeri, ma i risultati danesi dovrebbero, secondo il dottor Volpe, essere confrontati con quelli relativi al tumore all’ovaio.

Statisticamente parlando, il glioma colpisce una donna su 20mila mentre quello all’ovaio, per il quale la pillola anticoncezionale figura come mezzo preventivo, 1 su 76. A questi vanno aggiunti alcuni studi pregressi, tra i quali figura uno in particolare, quello pubblicato nel 2010 sul British Medical Journal e condotto dal British Royal College of General Practitioners che ha sottolineato come questo tipo di contraccezione ridurrebbe il rischio di sviluppo di tumore al cervello, compreso quello dell’ipofisi.

Sarebbe quindi consigliato, prima di diffondere una certa inquietudine, coinvolgere migliaia di persone e analizzare meglio la situazione nella sua interezza.

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