Il sesso, in tutte le sue rutilanti manifestazioni e (de)gradazioni del caso, è un aspetto essenziale per le giovani e moderne generazioni che adesso traspongono in chiave contraccettiva il comandamento biblico del ‘crescete e moltiplicatevi’.

D’estate, la tendenza alla copula aumenta di pari passo con l’intensità della luce e con le agognate vacanze, durante le quali è frequente che alcuni soliti personaggi cerchino un autore qualsiasi che firmi la loro smania di accoppiarsi allegramente.
Di seguito, il profilo dei più riconoscibili declinati solo al maschile:

Lo straniero. Certissimo che basta valicare i patri confini per cuccare di brutto, il forestiero in vacanza, soprattutto quello che si aggira con la Lonely Planet in tasca per mostrare l’attitudine all’arte, cela l’intenzione malandrina di realizzare la sua porzione di globalizzazione e trascorrere una notte con una gradevole oriunda. CONQUISTADOR.

Il provolone. Il suo respiro è appannaggio della fornicazione. Non c’è bagnante che non abbia immaginato distesa in posizione orizzontale, verticale e obliqua, come coprotagonista di una lussuriosa fantasia. L’obiettivo è quello di rincasare e tenere tra gli amici la consueta conferenza autunnale sull’anatomia umana, di cui vuole continuare ad essere l’indiscusso mentore che apre i lavori. SBRUFFONE. 

Sfigato. Di norma, almeno d’estate, ci riesce a centrare il colpo che alimenta la sua afflitta autostima, ma per farlo deve andare via dal litorale limitrofo pieno di compaesani che lo inibiscono. Solo lontano dalle bellocce irriverenti tira fuori il tombeur de femme che c’è in lui, che però poi ritorna a sonnecchiare in autunno insieme alla parte bassa del corpo.
Non lo racconta nemmeno, tanto non ci crede nessuno. FINTO TONTO.

La profumiera. È la donna che per tutto l’anno diffonde la promessa di concedere diletti goderecci all’uomo che ha la pazienza di sbavarle appresso, - perché prima vuole conoscerlo per bene, mica ci va così, ‘tanto per’-, poi va al mare e con la scusa dell’ebbrezza (sovente pretesto preordinato alla valida giustificazione) si distende sulla battigia con quello che “com’è che ti chiami? Va be’, giacché continua….”.
Non confessa mai l’avventura cosparsa da granelli di sabbia e, se qualcuno osa l’impertinenza, non si escludono lacrime spergiure. BUGIARDA.

Quello che fa i cocktail. Non chiamatelo barista, giammai. È ben altro che un semplice smistatore di caffè al banco e di pizzette farcite ai tavoli: lui è il ‘barman’, quello che agita tutto l’agitabile, alza shaker e fa volare bicchieri, sempre con lo sguardo a fessura concentrato sul numero da giocoliere. Lavora, e anche duro, ma tra una birra che spilla e un mojito che pesta, uno sguardino marpioncello riesce sempre a lanciarlo e a concludere la serata con quello squisito ‘sex on the beach’… il più buono, che gli riesce sempre meglio di tutti. MAESTRO.