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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Sindrome di Asperger, il disturbo dello spettro autistico raccontato in tv

Il delicatissimo argomento è affrontato nella serie televisiva 'Tutto può succedere', in onda in queste settimane su Rai Uno. Laura Imbimbo, socia fondatrice e per 10 anni presidente del 'Gruppo Asperger Onlus', ha fatto un po' di chiarezza sulla particolare condizione descritta nella fiction

Della Sindrome di Asperger, definita nel 1994 come un disturbo dello spettro autistico dalla DSM (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) si sa poco o nulla, almeno in Italia.

Si deve alla fiction televisiva 'Tutto può succedere', remake della serie americana 'Parenthood', adesso in onda su Rai Uno, il merito di aver acceso un faro sull'argomento, poiché tratta le vicende della famiglia Ferraro e del figlio Max che si scopre essere caratterizzato proprio dalla particoalre condizione. 

Per cercare di far chiarezza su un tema così delicato, abbiamo contattato Laura Imbimbo, socia fondatrice e per 10 anni presidente del 'Gruppo Asperger Onlus', un'associazione nata per iniziativa di un gruppo di persone interessate personalmente o professionalmente al Disturbo Pervasivo dello Sviluppo che avevano constatato l'insufficiente conoscenza di questa condizione nella comunità scientifica italiana. 

"La storia del bambino con Sindrome di Asperger raccontata dalla fiction italiana senz'altro ha aperto una breccia sul problema, per quanto non possano non essere riscontrate delle inesattezze nella narrazione" ha spiegato la Imbimbo, precisando che in Italia, a differenza di quanto mostrato nella serie televisiva, in realtà non esistono "scuole speciali" a favore dei bambini con bisogni particolari, come l'istituto che frequenta nella fiction il piccolo Max. 

"Per quanto sia stata da poco approvata una legge sull'autismo (la n.134 del 18 agosto 2015, 'Disposizioni in materia di diagnosi, cura e abilitazione delle persone con disturbi dello spettro autistico e di assistenza alle famiglie', entrata in vigore dal 12 settembre 2015, n.d.r.), da noi, le persone con autismo non hanno aiuti adeguati, né dal punto di vista quantitativo, né qualitativo. Il bambino con questo tipo di disturbi frequenterà la scuola di tutti con il supporto di insegnanti di sostegno che però purtroppo non ricevono sempre formazione adeguata" ha detto ancora la Imbimbo che ha voluto aggiungere come a volte sia difficile riconoscere l'autismo - e ancor più l'Asperger - quale situazione di handicap che necessiti della figura di un docente specializzato.

E sempre in relazione al tema raccontato in tv, anche Barbara Trenca sul sito SpazioAsperger ha espresso il suo commento molto chiaramente: "Quando si introduce un argomento cosí poco conosciuto e cosí importante come la Sindrome di Asperger bisogna essere molto cauti. Non si puó e non si deve diffondere un'immagine superficiale o frammentaria attraverso una serie televisiva che entrerà, volente o nolente, nell'immaginario collettivo dell'italiano medio. Parlo dell'italiano che non ha a che fare con professionisti, psichiatri, psicologi, educatori e che forse nella sua vita si troverá magari piú spesso di quanto si creda a frequentare una persona Asperger senza avere la necessaria informazione, commettendo anche inconsapevolmente dei danni incalcolabili". L'esperta, inoltre, ha puntualizzato quanto faccia bene parlarne, "ma attenzione, quando si entra nelle case della gente con un concetto di una condizione neurologica trattata come una malattia incurabile" - ha precisato - "perché non é una malattia, e non va curata, ma solo compresa".

La Sindrome di Asperger, dunque, è importante ribadirlo, non è una patologia, e a partire dal 2014 la definizione può essere sostituita con quella di 'Spettro autistico'. La persona interessata non ha disabilità intellettiva e non ha necessità di un supporto intensivo, per quanto bisognerà sempre tenere conto degli specifici profili individuali. 
 

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