'Zitelle' si nasce: scoperto il 'gene della singletudine'
Chi possiede un certo patrimonio genetico ha il 20% in più di non trovare un partner: a dirlo, uno studio che però non esclude le dovute eccezioni
Hai voglia a chiedersi 'perché' e 'per come': se proprio non si riesce ad approcciare con l'altro sesso e a portare avanti una relazione sentimentale, è inutile affliggersi con inutili recriminazioni, perché la colpa è solo del proprio patrimonio genetico e con quello c'è ben poco da fare.
Gli scienziati hanno chiamato 'gene della singletudine' l'elemento balordo che distinguerebbe chi ha tutte le carte in regola per trovare l'amore da chi è destinato a sognarlo soltanto, il quale, al contrario, avrebbe il 20% in più di possibilità di rimanere senza un partner. Condizione non modificabile, dunque, perché pare che chi ha nella propria sequenza genetica il 5-HTA1 produca meno serotonina nel cervello, la sostanza chimica 'buona' che ci rende più socievoli, allegri, sereni e per questo più disponibili alle relazioni con gli altri.
Per giungere a questo risultato, i ricercatori della Università di Pechino hanno prelevato i campioni di capelli da quasi 600 studenti universitari per analizzare il gene che è disponibile in due versioni differenti: quelli con la versione 'G' hanno più probabilità di restare single rispetto a quelli con la versione 'C', che producono meno serotonina e hanno, quindi, più difficoltà di avvicinarsi agli altri, oltre ad essere più nevrotici e tendenti alla depressione.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Scientific Reports dimostra come "il pessimismo e la nevrosi siano dannose per la formazione, la qualità e la stabilità dei rapporti" e fornisce le "prove del contributo genetico alle relazioni sociali in determinati contesti".
Il dottor Pam Spurr, tuttavia, ha spiegato al Daily Mail che "non dobbiamo permettere che i nostri geni governino le nostre vite. So che il nostro patrimonio genetico determina alcuni dei nostri comportamenti, ma abbiamo sempre la possibilità di scelta".