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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Gay Street, genitori picchiano la fidanzata della figlia lesbica

Madre, padre e la zia di una giovane studentessa, rinnegando l'omosessualità della ragazza, hanno fatto irruzione nella Gay Street capitolina e, tra schiaffi e insulti, hanno dato vita all'ennesimo atto di omofobia: "Lasciala stare! È la cosa più importante della mia vita"

Un triste episodio ha sconvolto la movida della Roma by night. Come si legge su Roma Today, la scorsa notte nel cuore della famosa Gay Street di via San Giovanni in Laterano, i genitori di una ragazza poco più che ventenne, non accettando l’orientamento sessuale della figlia, hanno dato libero sfogo alla loro omofobia preferendo al dialogo la violenza.

La denuncia arriva dalla pagina Facebook del Gay Village che ricostruisce l'accaduto grazie alla testimonianza di un presente e di una delle due ragazze: sono circa le due del mattino della notte tra venerdì 23 e sabato 24 settembre quando, la ventisettenne Silvia (nome fittizio), sta trascorrendo l'ultima parte della serata in compagnia dei suoi amici. All'interno del locale con altri amici c'è la sua fidanzata Francesca (nome fittizio), figlia ventunenne del trio di famiglia che sta per mettere a soqquadro l'intera strada.

La madre e la zia di Francesca si avvicinano a Silvia, prima con la scusa di accendere una sigaretta e poi presentandosi dicendo: "Tu sei entrata nel nostro mondo e ora io entro le tuo". E' al termine di questa frase che la donna sferra uno schiaffo alla ragazza che, non conoscendo la "signora", non comprende subito cosa le stesse accadendo. E' proprio quel colpo sferrato con violenza, a dare il via ad un caos generale a cui si aggiunge anche il marito della donna, che punta verso il locale entrando, per cercare sua figlia Francesca. 

L'uomo è preceduto da Silvia che, dopo aver subito il primo colpo, comprende ciò che stava succedendo e corre all'interno per avvisare la fidanzata della presenza dei genitori. La ventunenne apprende della presenza dei suoi "cari" che in quel momento sono alle prese con i tanti ragazzi che cercano di intervenire per placare gli animi. Francesca è colta da un malore (un forte attacco di panico per cui viene chiamata subito l'ambulanza), ma il padre imperterrito, la insulta e le inveisce contro, sotto gli occhi dei frequentatori del locale.

Saranno Mario e i suoi amici ad assisterla. L'uomo sferra un pugno sul muro, lancia tavoli e sedie creando panico nel locale. A farne le spese (in senso fisico) è soprattutto Silvia, che riceve altri colpi tra cui un pugno allo stomaco, mentre la fidanzata Francesca, tramortita dalla paura e dal malore grida al padre: "Lasciala stare! E' la cosa più importante della mia vita!".    

A chiedere una legge sull'omofobia è Imma Battaglia, storica attivista romana per i diritti Lgbtqi ed ex consigliera capitolina: "L'ennesimo atto di follia omofoba che ci fa male al cuore. Che ci fa credere che non basta un unione civile a "normalizzarci" (passateci il termine). Servono politiche sociali e culturali per accompagnare le famiglie ad accogliere e comprendere l’amore dei propri figli omosessuali. Serve una scuola che spieghi ed educhi le nuove generazioni. Serve tanta cultura" il suo commento. "Ma serve anche un provvedimento, una Legge contro l'Omofobia è doverosa, perché nessuno possa più sentirsi violato nel proprio intimo, nel proprio essere". Poi la richiesta al premier: "Chiediamo e ci aspettiamo che il Presidente del Consiglio Matteo Renzi esprima il suo parere favorevole a riguardo e che attui presto provvedimenti che possano tutelare cittadini onesti che ogni giorno vivono la loro vita nel rispetto della Costituzione Italiana”.

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