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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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“Ve la siete cercata”: donne in piazza per il diritto all’aborto e contro ogni violenza

“Se questa è una guerra contro le donne, noi risponderemo: ‘Ve la siete cercata”. E' lo slogan del movimento ‘Non una di meno’, che torna in piazza in occasione della giornata internazionale per l’aborto libero e sicuro e per dire no alla “violenza sistemica" contro le donne. L’intervista di Today all’avvocato e attivista Tatiana Montella

“Ve la siete cercata!”. Più o meno esplicitata, spesso pronunciata ad alta voce con il dito puntato, questa frase è l'accusa che molte donne vittime di violenza si sentono rivolgere. Ma è anche lo slogan scelto dal movimento Non una di meno, che torna in piazza il 28 settembre in tutta Italia in occasione della giornata mondiale per l’aborto libero e sicuro, un diritto delle donne garantito formalmente dalla legge 194 che però viene nei fatti costantemente disatteso in un Paese dove sette medici su dieci sono obiettori di coscienza. Perché “se questa è una guerra contro le donne, noi risponderemo! Ve la siete cercata!”, fanno sapere dal movimento. E l’obiezione, per Non una di meno, è una delle forme di violenza che viene agita ogni giorno contro lo donne, come spiega a Today Tatiana Montella, avvocato e militante nel movimento.

Ginecologi non obiettori: "Si parla solo dei medici, ma le donne sono sempre sole"

In piazza per i diritti e contro le violenze

“L’obiezione di coscienza ha raggiunto livelli altissimi: così non c’è garanzia per il diritto a una libera scelta da parte delle donne” e quella del 28 settembre sarà “una giornata di autodeterminazione contro gli attacchi al corpo delle donne, che non è un oggetto da conquistare né un terreno per politiche elettorali”, dice Montella. Il riferimento è ai recenti fatti di cronaca, dagli stupri di Rimini ai due carabinieri indagati perché accusati di violenza sessuale da due studentesse americane a Firenze.

Le manifestazioni convocate per il 28 settembre sono anche una risposta alla narrazione dei media. "A Rimini si è parlato solo del migrante ‘brutto e cattivo’, invece nel caso di Firenze l’attenzione era concentrata sui ‘facili costumi’ delle donne: ma la violenza contro le donne è sistemica”, chiarisce Montella e “non ha passaporto”.

"Le strade sicure le fanno le donne"

“Quello che è successo quest’estate è qualcosa di molto grave. Si è giocata una partita scandalosa e razzista: quando a compiere la violenza è un migrante le donne diventano una proprietà da difendere contro l’invasore, se invece è un italiano allora la colpa è sempre delle donne. Ma a fare violenza sono gli uomini. Non serve illuminare di più le strade o consigliare alle donne di restare a casa. Il problema è un po’ più complesso”, afferma l’avvocato, ricordando il corteo improvvisato da Non una di meno sotto la sede del quotidiano romano Il Messaggero una settimana fa contro la sua campagna “Roma sicura, un manuale per le donne”, stilato dalla docente e giornalista Lucetta Scaraffia, in cui si legge: “Sarebbe bello, certo, se gli uomini cambiassero e accettassero questa nuova libertà delle donne, ma sappiamo che non è così, e forse non lo sarà mai. Un po’ di realismo dunque non guasta ed è meglio evitare le situazioni pericolose. Non è certo forzando la realtà e cercando di piegarla ai nostri desideri che si cambia il mondo”. Montella, rigettando tale visione, sottolinea che “le strade sicure non le fanno le luci ma le donne e vanno combattuti gli elementi che producono dipendenza, anche economica, dall’uomo”.

"Non una di meno" in piazza a Roma contro la violenza sulle donne (Ansa)

L’appuntamento a Roma è in piazza dell’Esquilino. Una location scelta non a caso, ci spiega l’avvocato, con la sua dimensione multietnica, per portare in piazza anche l’antirazzismo. Ci sarà un mini corteo fino a piazza Vittorio e sono previsti interventi, musica e spettacoli.

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