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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Salma Hayek: "Quando ho detto a mio marito la verità su Harvey Weinstein"

L'attrice hollywoodiana racconta la reazione di François-Henri Pinault, capo del gruppo Kering, al suo coming out sulle molestie subite dall’allora boss di Miramax ai tempi della lavorazione di 'Frida', nel 2001, film che le valse la candidatura all'Oscar

"Forse gli avevo accennato qualcosa sulla tracotanza di Weinstein, ma non gli avevo mai detto che cosa davvero avessi subito. Prima che il caso esplodesse un anno fa, del resto, non avevo idea che così tante altre avessero vissuto la mia stessa esperienza, anzi esperienze anche infinitamente peggiori". Così, nella storia di copertina del numero di settembre di 'GQ', in edicola da martedì 21 agosto, Salma Hayek racconta la reazione del marito François-Henri Pinault, capo del gruppo Kering, al suo coming out sulle molestie subite dall’allora boss di Miramax ai tempi della lavorazione di 'Frida', nel 2001.

"Weinstein, un papà affettuoso: credevo fosse cambiato"

"E poi - prosegue la diva, che proprio grazie a 'Frida' è stata la prima e unica messicana candidata all’Oscar come miglior attrice - Harvey nel frattempo aveva avuto un infarto, divorziato, sposato una splendida nuova moglie che gli aveva dato altri due figli. E lui sapeva essere davvero affettuoso con i figli, lo dico perché l’ho visto: lo so che sembra assurdo, ma io credevo sinceramente che fosse un uomo cambiato. Certo gli stavo alla larga. Mi doveva dei soldi e gli avevo fatto sapere che se li poteva tenere: avrei pagato il doppio, il triplo per non avere più quel tipo di interazione con lui. Ma se lo incontravamo con François ero cortese, normalmente civile". 

"Quando dissi a mio marito delle molestie"

Quando, ormai circa un anno fa, scoppiò lo scandalo Weinstein, Salma non si sentì da subito pronta a raccontare la sua storia. "Quando dal New York Times hanno iniziato a chiamarmi perché raccontassi la mia storia, vedendomi combattuta, François mi ha chiesto: che cosa è successo davvero? Gli ho detto tutto, e lui era contrariato. Non perché gli avessi nascosto qualcosa − non siamo ragazzini, abbiamo entrambi un passato e non vogliamo perdere tempo a rivangarlo, vogliamo goderci il presente e il futuro che ci aspetta. Era contrariato perché, come mi ha detto, “tu hai scelto di perdonarlo, ma a me la possibilità di scegliere non l’hai data, e io non avrei scelto di continuare a frequentarlo facendo finta di nulla. Forse non capivi che era tuo diritto parlare, vorrei mi avessi permesso di aiutarti a farlo, di aiutarti a capire che non eri costretta a tenerti tutto dentro, che potevamo affrontare la verità, insieme”".

Minacce, tentativi di boicottaggio e l' "imposizione di una scena di sesso"


A fine 2017, la stessa attrice e produttrice ha ripercorso le tappe di quella bruttissima avventura: le minacce per le avance respinte, i tentativi di boicottare il film, l’umiliante imposizione di una scena di sesso con la coprotagonista Ashley Judd come condizione per farlo uscire. Lo ha fatto in una lettera scritta al New York Times dove spiegava di essersi fatta "come un lavaggio del cervello, per convincermi che era acqua passata, che ne ero uscita viva. (...) La verità è che stavo solo cercando di evitare di dover spiegare alcune cose alle persone che amo. Per esempio perché, nel raccontare che come tanti altri avevo conosciuto la prepotenza di Harvey, avessi omesso alcuni dettagli. E perché avessi continuato a trattare cordialmente un uomo che mi aveva fatto tanto male"

Prima di rivelare quei "dettagli" ne ha ovviamente dovuto parlare con Pinault, e a 'GQ' racconta di aver vissuto la reazione del marito come "una bellissima dichiarazione di amore e di sostegno. Poi François mi ha detto: “Non farlo perché lo stanno facendo tutti, non farlo per salvare il mondo, fallo se senti che è importante e necessario per te. Scegli tu e, qualsiasi strada tu scelga, io sarò al tuo fianco”. Mi ci è voluto un mese a decidermi, non facevo che piangere. François mi ha lasciato tutto il tempo e tutto lo spazio. Finché una mattina mi sono messa a scrivere, e ho finito in un giorno. È stato molto liberatorio". 

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