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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Valentino firma le Birkenstock per tentare di renderle “belle” ma non ci riesce

I sandali caratterizzati per un'estetica tutt'altro che attraente sono stati ingentiliti dal tocco della griffe di alta moda che ha provato ad infondere loro un'eleganza con scarsi, scarsissimi risultati. Per giunta a un prezzo costoso. Il motivo? E' sotto ai vostri occhi

Il punto è sempre quello: i gusti.

I gusti che sono relativi. I gusti che “non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace”. I gusti che “l’abito non fa il monaco” in un periodo in cui suore e preti instagrammati sono sacrosantamente liberi di esprimere il proprio credo creativo, e guai a chi li taccia di essere “fuori moda”.

Perché la moda non c’è più, signora mia, non esiste, se n’è andata via come le mezze stagioni, e a vivere e a lottare insieme a noi, al massimo, è rimasta solo una cosa, e si chiama “accozzaglia di roba”.

La premessa è un vortice di pensieri giunto come un folle brainstorming alla visione della foto delle nuove ‘Birkenstock’ firmate Valentino: un colpo più doloroso di quello provato da un mignolo sbattuto a uno spigolo più aguzzo.

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(Ai piedi del modello, le discutibili Birkenstock di Valentino abbinate a un caldo calzino)

“Le Birkenstock”, la storia

Per i pochi ignari del marchio ormai sostituto di un certo tipo di sandalo – che per non chiamare ‘brutto’ definiremo “lontano dalle basi di una gradevole estetica” Birkenstock è un’azienda tedesca nata nel 1774 per intuizione del calzolaio Johann Adam Birkenstock e poi ingrandita negli anni dalla famiglia ormai professionista dell'arte calzaturiera di ispirazione ortopedica. 

Ortopedica, appunto, concepita dunque con l’intento di produrre calzature utili a correggere eventuali difetti di arti o articolazioni...

Ma da allora di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, troppa, e gli argini tra utilità e necessità, tra convenienza e sfizio, sono stati definitivamente rotti, frantumati dal getto di una cascata che mescola tutto.

Ed è proprio in questo tutto che oggi ‘Valentino’, l’azienda di moda fondata nel 1957 dallo stilista Valentino Garavani ora nelle mani dell’unico direttore creativo Pierpaolo Piccioli, ha incontrato ‘Birkenstock’, dando forma a un piccolo disastro che i portatori sani della saccenza fashionista descriveranno come ‘glamour’ senza alcun dubbio.

La barbarie estetica del ‘sandalo con calzino’

Le Birkenstock firmate Valentino

Il modello di cui si discute è ‘Arizona’, il classico caratterizzato da due fasce con fibbie annesse, svelato in occasione della sfilata Uomo Autunno/Inverno 2019/2020 di Parigi dove i modelli hanno sfilato con le varianti in total black con tanto di logo Valentino VLTN sul lato e con quelle in pelle ‘rosso Valentino’ con fibbie e plantare ton sur ton (e pure con il calzino, tanto per completare lo scempio).

Autore del fenomeno ‘ortope-shion’ - spontanea la crasi dei termini ‘ortopedia’ e ‘fashion’-  è Pierpaolo Piccioli che per  motivare il fantasioso tentativo di rendere vagamente graziosa un tipo di calzatura nata (come sopra) lontano dalle basi di una gradevole estetica, ha così argomentato:

“Ho scelto di intraprendere questa collaborazione con Birkenstock per il medesimo motivo per cui le persone scelgono Birkenstock ogni giorno. Non importa cosa indossi, chi sei, non importano il genere o il background sociale, l’età, lo stile, non importa se si è attenti alla moda o meno, Birkenstock ha il proprio linguaggio universale”.

Una geniale furbata, insomma. Un ‘do ut des’ che se a Valentino porta la simpatia della massaia che con il piede incalzettato e infilato nel sandalo in questione rassetta casa e adesso penserà di poterci uscire pure, visto che “ora si portano”, ai patiti delle Birkenstock garantirà la chimera di un’eleganza che si potrà pensare solo perché griffata nientepopodimenoche da "Valentino" - signori - mica robetta. 

Peccato che il prezzo della comoda delicatezza (in vendita sia online che nelle boutique della casa di moda e in quelle del noto brand di calzature) è di 340 euro per la versione rossa, 370 euro per quella nera…

E ora la massaia trasecola: di nuovo, quel dolore provato da un mignolo che, pure senza Birckenstock – Valentino, sbatte allo spigolo. Piuttosto, in fila alla sanitaria per un paio di rassicuranti zoccoletti, fieramente brutti da sempre e per sempre.

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