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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Carlotta Mantovan, la dignità di un dolore che non è “composto”: è dolore e basta

Il dolore di una vedova, di una mamma che dovrà raccontare a sua figlia che cresce la bellezza umana e vitale del suo papà sorridente, quello è: dolore, punto. Senza fronzoli lessicali, senza acuti di significanti

A Carlotta Mantovan pensiamo oggi. Oggi che piazza del Popolo è il solito via vai di turisti che godono della brezza primaverile di un giovedì prepasquale. Oggi che le transenne che hanno fatto da argine alle migliaia di persone accorse per l’ultimo saluto sono state smontate. Oggi che la frenesia incredula degli italiani inizia a passare, placata dalla rassegnazione che quel “ghigliottina?” pronunciato poco prima del tg della sera non avrà più la voce lieve di Fabrizio Frizzi.

Carlotta, moglie di Frizzi, alla camera ardente. Gentiloni: "Era un esempio per il Paese" 

Dritta, con lo sguardo fermo dietro alla montatura di lenti trasparenti, nelle ore di camera ardente e di cerimonia funebre, Carlotta Mantovan ha guardato e si è lasciata guardare, ha stretto mani e si è lasciata abbracciare come mai prima d’ora, perché - raccontava tempo fa a ‘Storie Italiane’ in una rara intervista televisiva - “io e Fabrizio siamo semplici, ci piacciono le cose semplici”… E le persone semplici, si sa, mica hanno i flash addosso sempre.

Solo ogni tanto, nella gioia e nel dolore.

Il dolore, appunto. Quello che qualcuno, descrivendo la signora Frizzi ripresa nella dignità di una donna che piange senza lacrime evidenti il proprio marito, si ostina ad aggettivare con il termine “composto” quasi a voler enfatizzare ciò che per sua natura non si può accentuare.

Il dolore di una vedova, di una mamma che dovrà raccontare a sua figlia che cresce la bellezza umana e vitale del suo papà sorridente nelle foto e nei filmati, quello è: dolore, punto. Senza fronzoli lessicali, senza acuti di significanti.

Frizzi, la moglie Carlotta abbraccia Valeria ai funerali 

Di certo la sobrietà muta di nero vestita sarà sembrata un’eccezione alla regola dell’ostentazione social dei sentimenti, ma la verità è che davvero, oggi, come profetizzava quarant'anni fa Lucio Dalla, “l’impresa eccezionale è essere normale”.

E lei, Carlotta, lo è: una donna fuori dal comune percepire e (di)mostrare, che con la sua sola presenza ha insegnato a tutti il valore dimenticato della riservatezza, il senso altissimo di una dote che oggi, nel silenzio della propria casa, lontano dalle telecamere, torna ad essere normalità straordinaria.  

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