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Sabato, 20 Aprile 2024
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Molestie in redazione: l’85% delle giornaliste italiane dichiara di esserne stata vittima

Presentati i risultati della prima indagine sulle molestie sessuali nel mondo dei media condotta dalla Commissione Pari Opportunità della Fnsi in collaborazione con Casagit, Inpgi, Usigrai, Ordine dei giornalisti e Agcom

Battute a sfondo sessuale, insulti, svalutazioni. Ma non solo: gesti e telefonate oscene, commenti sessuali, minacce di violenza e violenze tentate, minacce di diffondere immagini o video intimi.

L'85 per cento delle giornaliste italiane dichiara di aver subito molestie sessuali almeno una volta nel corso della vita professionale. Oltre il 66 ha dichiarato di aver subito molestie negli ultimi cinque anni e il 42 per cento di essere stata vittima di una qualche forma di molestia nell'ultimo anno. Son i dati che emergono dalla prima indagine sulle molestie sessuali nel mondo dei media condotta dalla Commissione Pari Opportunità della Fnsi in collaborazione con Casagit, Inpgi, Usigrai, Ordine dei giornalisti e Agcom e con la consulenza della statistica Linda Laura Sabbadini. I risultati sono stati presentati questa mattina nella sede del sindacato dalla presidente uscente Alessandra Mancuso e dalla neoeletta presidente della Cpo, Mimma Caligaris.

Insulti e offese in quanto donna, molestie e ricatti

Nell'indagine sono state coinvolte le giornaliste dipendenti che lavorano nei quotidiani, nelle tv e nelle agenzie di stampa (ad esclusione dei periodici). Alla rilevazione, condotta in maniera da garantire l'assoluta riservatezza delle giornaliste coinvolte, hanno risposto 1132 donne, ossia il 42% del campione. Gli episodi di molestie hanno riguardato persone di tutte le età. Più del 50% delle molestie avviene entro i 35 anni: la fascia più esposta è quella fra i 27 e i 30 anni

Il 43,6% delle giornaliste intervistate dichiara di avere ricevuto insulti e offese in quanto donna e il 41,6% di essersi sentita svalutata nel lavoro in quanto donna. Il 34,9% afferma di aver subito molestie fisiche e sessuali (13,7% negli ultimi 5 anni; il 5,9% nell'ultimo anno), cioè di essere state abbracciate, baciate, toccate, o messe alle strette contro la loro volontà in modo che ha provocato disagio. Desta inoltre grande preoccupazione il dato sui ricatti sessuali sul lavoro: il 19,3% dichiara di essere stata sottoposta a richiesta di prestazioni sessuali mentre era alla ricerca di un lavoro (2,4 negli ultimi 5 anni, 0,9 nell’ultimo anno) e il 13,8% per progredire nella carriera (2,7% negli ultimi 5 anni; 0,9% nell'ultimo anno).

Ma la gamma delle delle molestie sessuali subite è ampia: inviti a uscire insistenti (33,8%), avances ripetute e inopportune anche per email, social network, sms (18,2%), invio di immagini o regali con esplicito  riferimento sessuale (11,9%), addirittura essere seguite o controllate (11,2%), telefonate oscene e messaggi lasciati in segreteria telefonica (9,2%), gesti osceni o esibizione di parti del corpo (6%), commenti sessuali per email, social network o sms (19,6%). Tra le giornaliste coinvolte nella ricerca c’è anche chi ha subito vere e proprie minacce: di condividere (o ha condiviso) video o immagini intime e private contro la volontà dell’interessata (1,4%), di violenza sessuale (1,9%) o di altro tipo di violenza (11,7%). Fino alla tentata violenza sessuale (l’8%) e alla violenza sessuale (2,9%) mentre si cercava lavoro o si svolgeva l’attività lavorativa.

Le molestie avvengono per lo più nelle redazioni, in mezzo ai colleghi

Nel 16,7% dei casi, le molestie subite si riferiscono allo stesso autore mentre nell’83,3% ad autori e situazioni diverse. Le molestie sono state subite nell’89,5% dei casi mentre si lavorava: per il 72,3% come dipendente a tempo indeterminato.

Le molestie sono avvenute per lo più nelle redazioni. Il 35% dichiara di averle subite in mezzo ad altri colleghi: un dato che indica la presenza di un clima diffuso di “accettazione” o scarsa consapevolezza della gravità delle molestie, siano anche solo battute che mettono a disagio chi ne è oggetto. Nel 22,7% dei casi avviene in redazione ma in una stanza chiusa mentre il 26% all’esterno.

Nel 98,6% dei casi a molestare è l’uomo, mentre è una donna nell’1,4% dei casi. Si tratta per lo più di superiori diretti (26,9%), colleghi con maggiore anzianità (16,7%), direttori e vicedirettori (14,8%), superiori non diretti (11,3%), contatti di lavoro esterni alla redazione (10,3%), colleghi parigrado (6,8%). Quasi la metà ha più di 46 anni. Nel 68,8% dei casi nessuno ha assistito alle molestie mentre nel restante 31,2% le molestie si sono svolte di fronte a testimoni: da 1 persona (9,7%) a 10 persone (6,6%). E si trattava di colleghi pari grado nel 47,2% dei casi, colleghi con maggiore anzianità nel 32,3%. In ogni caso solo nel 18,4% dei casi qualcuno è intervenuto o ha cercato di intervenire. Nell’81,6% dei casi nessuno ha reagito. Il 60 per centro delle vittime ha parlato di quanto accaduto con altri colleghi, ma non con superiori, con il sindacato o con la polizia. Solo il 2 per cento delle intervistate ha dichiarato di aver denunciato l'accaduto, per paura di ripercussioni o perché si pensa che denunciare non serva a nulla.

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