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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Trucco e bellezza nell'antichità, Rossano De Cesaris: "Vi svelo i segreti dei nostri antenati" | INTERVISTA

Make up artist delle star e docente di trucco professionale, indaga in un libro le pratiche cosmetiche delle civiltà del mediterraneo. Dal kohl degli Egizi alle acconciature raffinate dei Greci. Il must have di sempre? Il rossetto, simbolo di seduzione. Presentato al Cosmoprof, il testo è in libreria dal 4 aprile

Cleopatra amava lo smalto color ruggine. Poppea, moglie di Nerone, faceva i bagni nel latte d'asina, per mantenere la pelle chiara, liscia e vellutata. Cesare e Augusto, invece, si depilavano le gambe con gusci di noce iridescenti, perché l'epilazione maschile era molto praticata (quanto derisa) nella Roma Imperiale. E' un viaggio lungo i millenni della cosmesi, quello intrapreso in 'Trucco e bellezza nell'antichità' da Rossano De Cesaris, make up artist delle star e docente di trucco professionale, che svela i segreti dei nostri antenati del Mediterraneo, dagli Egizi ai Bizantini. Un tuffo nel make up del passato, per capire il presente ed immaginare il futuro, ripercorrendo l'evoluzione di tecniche e prodotti. Sette civiltà e più di cento pagine dedicate a professionisti ed appassionati del genere, in libreria dal 4 aprile. 

Bellezza senza età: la ricerca della perfezione è costante in ogni epoca. Gli Etruschi utilizzavano già una maschera astringente per i pori contro la pelle grassa...

Era composta da farina di orzo, lenticchie e gusci d’uovo, che venivano mescolati a miele, bulbi di narciso, resina e amido. I parallelismi tra antico e moderno raccontanto come nulla è un'invenzione del presente. Penso anche alle donne romane, che usavano cristalli finemente triturati per dare luce al viso, un po' il corrispettivo del nostro illuminante. Tutto era prodotto con materiali rudimentali, ma la voglia di essere belle è sempre stata la stessa,

Cosmesi ed archeologia. Due mondi all'apparenza agli antipodi. Come nasce l'idea di unirli?

Sono le mie passioni più grandi. Lavoro come make up artist da 22 anni, ma nel frattempo ho coltivato l'interesse per l'archeologia. Negli ultimi anni mi sono ritagliato tempo per visitare musei archeologici e siti annessi, dove ovviamente ad incuriosirmi sono state soprattutto le sezioni dedicate alle pratiche cosmetiche. Così ho deciso di unire l'utile al dilettevole ed intraprendere una ricerca attinente al mio lavoro. Una scelta coerente con il mio percorso di docente: in me c'è sempre stata la spinta a fare un discorso filologiamente organico da condividere con una platea. La "vecchia" laurea in sociologia, poi, mi ha dato l'imprinting per muovermi tra bibliografia e stesura del testo. 

Perché ha scelto la regina egizia Nefertiti per la copertina?  

E' probabilmente la più famosa delle icone antiche ed ancora oggi aderisce a canoni di bellezza unanimamente condivisi. Il suo make up, poi, non è così distante dal trucco attuale: sugli occhi indossa il kohl, che sembra richiamare il moderno eye liner, cosmetico che in questi anni sta vivendo un forte revival. A differenza di quanto facciamo noi oggi, però, all'epoca la riga finale era sfumata verso il basso. 

Possiamo dire che l'eye liner e il rossetto sono i must have intramontabili nei millenni?

In particolare il rossetto. Dare intensità alle labbra è sempre stata una costante nell'umanità, perché è una scelta legata ad un discorso di seduzione: l'arrossamento della bocca è un richiamo sessuale. Quanto all'eye liner, invece, sebbene vanti una larga diffusione in passato, scompare del tutto in epoca medievale. 

A quale civiltà appartiene la donna più femminile di tutti i tempi?

All'Egitto. La donna egizia poteva contare su un trucco molto elaborato: oltre al contorno occhi disegnato con il kohl, utilizzava il verde sulle palpebre e, appunto, il rosso sulle labbra. Anche le parrucche erano interessanti, perché composte da trecce ed altri ornamenti. Era un'immagine senza dubbio molto costruita, ma accattivante, ed anche per questo spesso è di ispirazione per la moda di oggi. 

Le acconciature degli Etruschi, invece, hanno ispirato i volumi dell'hair style italiano. 

Gli acconciatori moderni riprendono molti di quegli schemi per creare la cosiddetta "bella testa". Anche i greci facevano ottime pettinature: a loro si sono ispirati poi i romani, ma con esiti più pacchiani. Le donne greche erano semplici e raffinate, mentre sotto Traiano troviamo acconciature altissime con riccioli che arrivano a raggiungere anche i 50 centimetri.  

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Il libro diventa anche il pretesto per dare a margine "pillole" sul ruolo sociale della donna nelle diverse epoche. Tra gli aneddoti riportati, c'è un passo del 'De medicamine faciei femineae' di Ovidio. Perché il poeta raccomandava alle donne di truccarsi al riparo dagli occhi del proprio uomo? 

Perché il trucco è fondamentalmente inganno. Questo è un concetto estremamente moderno e condiviso. I segreti di bellezza devono essere tenuti per sé. Ancora oggi c'è reticenza da parte delle donne nel farsi vedere dal proprio uomo durante la preparazione del make up: è meglio presentarsi già perfettamente truccate, altrimenti il partner può pensare che non è tutto genuino. L'uomo, poi, di per sé, non incentiva mai la donna a cambiare troppo d'aspetto: gli uomini non amano le donne troppo truccate, preferiscono un look "acqua e sapone". 

Dal passato al presente: quali saranno le tendenze make up dell'estate alle porte?

A farla da padrone sarà ancora una volta l'effetto nude, scansando però le ombre pesanti del counturing di moda fino a qualche mese fa. Il trucco sarà semplice, volto ad illuminare i punti strategici del viso e a minimizzare le sporgenze, con prodotti dalla texture più leggera, come le BB cream. Fondalmentale sarà scegliere la quantità giusta di prodotto, per creare un effetto 3d più o meno marcato. Come scegliere le dosi? Semplice: in base al momento del giorno e del tipo di pelle. Al mattino bisogna tenere la mano leggera, mentre di sera si può abbondare. Le pelli giovani, poi, possono accogliere più prodotto, a differenza di quelle che già sono caratterizzate da segni d'espressione.  

E il colore dell'estate?

L'arancio, capace di valorizzare la pelle ambrata e dorata dal sole. In linea di massima, però, gli ombretti e i rossetti saranno improntati sulla naturalezza, per cui i veri protagonisti saranno i colori pastello e la gamma di rosati. 

A proposito di moda e delle peculiarità fisiologiche di ogni epoca, negli ultimi anni si registra un boom della cosmesi maschile. Il make up diventerà abitudine anche degli uomini? 

Diversi brand hanno lanciato sul mercato la linea boy, con fondotinta e matite per correggere le sopracciglia e i buchi della barba. Sono cosmetici che garantiscono un aspetto curato ma naturale, e stanno prendendo piede. Tuttavia  penso che il make up maschile sia destinato a fermarsi a questi espedienti. Tempo fa David Bechkam, simbolo del trend metrosexual, è stato immortalato con l'eye liner color verde smeraldo, ma credo che gli eccessi rimarranno appannaggio dei vip. E' difficile pensare che attecchiranno al costume quotidiano: culturalmente si fa fatica ad immaginare un uomo col viso colorato. 

Quali saranno i suoi prossimi impegni?

Girerò l'Italia con la presentazione del libro, stiamo lavorando alla stesura del calendario. L'anteprima è avvenuta ieri al Cosmoprof di Bologna: quest'anno il tema della manifestazione è la sostenibilità ed ho incentrato il mio intervento sull'utilizzo dei prodotto naturali da parte degli antichi. E' un concetto per molti aspetti fine a se stesso, ma l'hennè, ad esempio, potrebbe essere una tecnica da riscoprire. Il 31 marzo, poi, truccherò Josephine Langford per il red carpet di After: Hero Fiennes-Tiffin a Roma. 

Ha truccato celebrities di tutto il mondo. Il ricordo più bello?

Con Virna Lisi. Era il mio mito sin da bambino e truccarla è stato un onore: ho conosciuto un'artista a 360 gradi, oltre che una donna seria e bellissima, anche in età matura. La truccai due volte ed avremmo dovuto incontrarci in una terza occasione, ma non ho potuto. Non amava eccedere con il trucco, era talmente bella che il make up non poteva far altro che esaltare la sua bellezza. 

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