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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Parto in autoipnosi, di cosa si tratta e come funziona? Ce ne parla l’esperto

“Questa tecnica aiuta a gestire e modulare l’ansia e il dolore durante la gravidanza. Diversi studi hanno dimostrato come l'autoipnosi sia in grado di diminuire il consumo di farmaci analgesici e ridurre il numero di donne che ricorrono all’epidurale”. L’intervista al dott. Giancarlo Russo

Per arrivare preparate al momento del concepimento deve essere seguito un corso durante la gravidanza. Come è strutturato?

“Il progetto IPNOST, di cui sono membro insieme al dott. Giampaolo Brunetti (ginecologo) e alla dott.ssa Giordana Nati (ostetrica), si prefigge di aiutare la donna che ne fa richiesta a gestire l'intero periodo della gravidanza attraverso l'ipnosi fino al giorno del parto e, sucessivamente, durante le fasi dell’allattamento. Il corso IPNOST può essere iniziato in qualsiasi epoca della gravidanza e si articola in 3-5 sedute singole (dipende dalla paziente) di 30 minuti ciascuna dove alla donna viene insegnata la tecnica dell'autoipnosi e le differenti applicazioni durante il periodo di gestazione”.

Cosa si insegna alla gestante?

“Non contrastare ma assecondare, facilitandoli, i meccanismi naturali e fisiologici del parto, sfruttare e ottimizzare le risorse di ripresa della gestante durante il travaglio, tra una contrazione e l’altra, gestire il dolore delle contrazioni innalzandone la soglia, ridurre i tempi del travaglio e di espulsione del bambino”.

In questo percorso il partner ha un ruolo attivo?

“In questo percorso il partner svolge un ruolo attivo di sostegno, scegliendo anche l'eventuale possibilità di sostenere la compagna durante la fase di travaglio e di parto”.

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