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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Il settore del benessere verso la Fase 2: allarme abusivismo, Confartigianato stila un codice di autoregolamentazione

Il tasso di irregolarità in questi comparti è arrivato al 26,3%, rispetto alla media del 15,5%. E i professionisti lanciano una petizione: "Senza liquidità dallo stato moriremo"

Il settore del benessere verso la "Fase 2", ma le criticità incombono. In primis, come spiega Confartigianato di Forlì, è necessario arginare il problema dell'abusivismo, che sta dilagando in fase di lockdown, a seguito della sospensione delle attività regolari come da decreto di inizio marzo. In secondo luogo c'è l'urgenza di adottare misure straordinarie per evitare il collasso del settore, perché un massaggio al corpo, una manicure, una tinta per capelli fatti a distanza sono impossibili da pensare. "Senza liquidità dallo stato moriremo", spiega a RomaToday Romina Paludi, 37 anni, estetista, che ha lanciato una petizione online a nome dei colleghi. 

Così è aumentato l'abusivismo

I numeri parlano chiaro. Secondo i dati di Confartigianato il tasso di irregolarità in questi comparti è del 26,3%, rispetto alla media del 15,5% del lavoro irregolare nel totale delle attività economiche. Si tratta di soggetti che si improvvisano parrucchieri ed estetisti pur essendo privi di requisiti professionali e ignorando le norme di sicurezza per poter svolgere l’attività. "Vogliamo tenere alta l’attenzione su questo fenomeno, che, oltre a rappresentare una forma di concorrenza sleale nei confronti degli imprenditori regolari, doppiamente odiosa in questa fase di emergenza sanitaria, costituisce un pericolo per la salute delle persone", ha dichiarato il segretario Marco Valenti. "Riceviamo continuamente segnalazioni di imprenditori, giustamente amareggiati, nel verificare la crescita esponenziale di soggetti che si propongono, anche sui social, per effettuare trattamenti estetici. E non è solo una percezione, i dati del nostro ufficio studi confermano che il lockdown ha provocato un aumento degli abusivi nei settori dell'acconciatura e dell'estetica".

Rivolgersi a un abusivo non è solo un reato, ma può compromettere la salute dell’utente e non solo per il rischio di contrarre il Covid-19. Senza dimenticare il danno economico. Il segretario chiarisce che l’effetto combinato di mancati ricavi a causa della chiusura e abusivismo causerà alle imprese di acconciatura e di estetica una perdita economica di 1.078 milioni di euro nei mesi di marzo, aprile e maggio, pari al 18,1% del fatturato annuo. Pesanti anche le ripercussioni sull’occupazione: i mancati ricavi, infatti, mettono a rischio il lavoro di 49 mila addetti del settore. 

La petizione al presidente Conte

E' proprio di ieri l'appello disperato di Romina Paludi, direttrice di un centro bellezza e benessere in via Santa Maria in Monticelli, zona campo de' Fiori, a Roma, uno dei 20mila circa sparsi in tutta Italia. I primi a chiudere con l'arrivo del coronavirus, qualcuno ancora prima del decreto governativo che ha imposto il lockdown perché non aveva spazi sufficienti a garantire il distanziamento tra clienti, e gli ultimi, con ogni probabilità, a riaprire. Romina si è fatta carico delle istanze di colleghi e colleghe. Ha lanciato una petizione on line che in pochi giorni ha raggiunto le 13mile firme. È diretta al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al quale continua a rivolgersi sui social network per avere risposte. Una lunga lista di richieste per non lasciare affogare un settore che più di altri avrà difficoltà. E allora si va dalla sospensione di tutti i mutui, prestiti, noleggi a lungo termine e leasing per 12 mesi, al sostegno all'affitto al 100% e non sottoforma di sgravio fiscale, alla cassa integrazione per i dipendenti per almeno 6 mesi. "Pur essendo consapevoli dello sforzo che lo Stato ha fatto e continuerà sicuramente a fare vi chiediamo l’adozione di misure straordinarie in grado di impedire il nostro tracollo del nostro settore". 

Il codice di autoregolamentazione

Intanto Confartigianato Benessere, che rappresenta i saloni di acconciatura e i centri estetici, ha stilato un codice di autoregolamentazione per consentire alle imprese di riaprire al più presto l’attività, garantendo la sicurezza dei clienti, degli stessi imprenditori e dei loro dipendenti. "Si tratta di misure organizzative e igienico-sanitarie che integrano sia le disposizioni emanate dal Governo per il contenimento del Covid-19 sia quanto già previsto dalle leggi di settore e dai Regolamenti regionali e comunali", ha spiegato ancora il segretario Valenti, "Le condizioni indicate da Confartigianato Benessere prevedono, tra l’altro lo svolgimento delle attività esclusivamente su appuntamento, il distanziamento delle postazioni, meccanismi di rotazione della clientela per limitarne la permanenza nei centri, utilizzo di dispositivi di protezione individuale, sanificazione degli ambienti. Tutto per garantire la salute dell’utente. Chiediamo ai consumatori di avere pazienza e di rivolgersi unicamente a parrucchieri ed estetisti di fiducia, molti dei quali sono attivi per consegnare prodotti a domicilio, con le corrette istruzioni per trattamenti fai da te, in attesa di ritrovarsi in salone, non appena superata l’emergenza".

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