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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Ricercatori, buone notizie (finalmente): 416 assunzioni a tempo indeterminato

Deliberata dal Cda del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) l'assunzione a tempo indeterminato di 416 unità di personale: sia stabilizzazioni di precari, sia nuovi concorsi

Buone notizie per i ricercatori, categoria "precaria" per eccellenza: nuove assunzioni in arrivo, ben 416 e tutte a tempo indeterminato. In parte si tratterà di stabilizzazioni, in parte di selezioni attraverso nuovi concorsi.

"Deliberata dal Cda del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) l'assunzione a tempo indeterminato di 416 unità di personale, tra ricercatori e tecnologi". Ad annunciarlo il presidente Cnr Massimo Inguscio. Sono 190 i ricercatori precari che vengono stabilizzati assieme a ulteriori 190 assunzioni da concorsi liberi, come previsto dalla legge. Il tutto attraverso concorsi meritocratici banditi in funzione delle 25 aree strategiche multidisciplinari del Consiglio nazionale delle ricerche.

Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr): 416 nuove assunzioni

Non è tutto. Infatti a questo numeri si deve aggiungere l'assunzione di 18 tecnologi precari, con ulteriore selezione di altre 18 unità di personale con professionalità orientata al supporto alla ricerca e alle infrastrutture. Sono previste inoltre progressioni, per oltre 100 posizioni, per l'accesso al primo e secondo livello del profilo di ricercatore. Si prevede infine un rafforzamento della componente amministrativa laureata mediante 45 posti per funzionari di amministrazione, da reclutare mediante concorso pubblico e destinati al supporto di iniziative strategiche.

"Questi risultati - commenta Inguscio - sono stati possibili anche grazie a precise azioni di contenimento e di razionalizzazione della spesa con particolare attenzione rivolta alla sostenibilità economica dell'ente in una visione proiettata anche verso gli scenari futuri. Piena è la fiducia nella visione e nell'impegno che le istituzioni, gli organi governativi e il Miur sapranno continuare a riconoscere con maggiori investimenti nella ricerca pubblica nel breve e lungo periodo".

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