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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

“Addio ai centesimi? Scelta tardiva, con il risparmio di 20 milioni si potrebbe fare altro”

A parlare è Alberto Mattiacci, professore di Economia alla Sapienza di Roma, che ci ha rilasciato un'intervista sul decreto legge che porterà alla scomparsa delle monete da 1 e 2 centesimi

“Credo si tratti di un'operazione tardiva, coerente con la cattiva gestione della transizione dalla lira che si è avuta in Italia, che ha generato una straordinaria redistribuzione di ricchezza a sfavore dei redditi fissi”. A parlare è Alberto Mattiacci, docente ordinario di Economia e Gestione delle Imprese all'Università La Sapienza di Roma e presidente della Società Italiana Marketing, che ha commentato il decreto inserito nella Manovra-bis che prevede l'interruzione della produzione delle monete da 1 e 2 centesimi a partire dal 1 gennaio del 2018. 

Un'operazione accolta da tutti con approvazione, perché provoca un risparmio di 20 milioni di euro, cifra che verrà utilizzata per ammortizzare il debito pubblico, ma non si tratta di un somma irrisoria se paragonata ad oltre 2.200 miliardi di passivo? “L'impatto che questi 20 milioni possono avere sull'ammortamento del debito mi sembra molto modesto – afferma il prof. Mattiacci – Mi chiedo se questa somma non possa essere impiegata per finalità più direttamente legate allo stimolo della crescita e/o al sostegno delle nuove povertà”.

Un tema che potrebbe aprire un nuovo dibattito, che al momento verte soprattutto sul rischio che a 'pagare' questa innovazione sia la gente comune: “Se la storia ha un senso, il timore che sarà proprio così ha un'elevata probabilità”, ha commentato Mattiacci, che invece non teme la possibilità di un aumento dell'inflazione: “Considerato che in questa fase del macrociclo economico l'inflazione non è elevata, anzi, credo che questa interpretazione della manovra non susciti allarme”. 

Sul rischio di 'rincari selvaggi', Mattiacci è sereno e non teme risvolti negativi: “Si parla di cifre minime e se l'arrotondamento riguarderà soltanto la spesa totale, dovrebbe tutto essere trasparente, con il consumatore in grado di sapere il costo di ogni singolo prodotto”. 

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