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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia Verbano-Cusio-Ossola

C'è crisi, l'azienda costretta a 80 esuberi: "Ma non lasciamo nessuno nel mare in tempesta"

Un gruppo legato al territorio, per davvero e non solo a parole: di questi tempi, è una notizia quello che sta succedendo alla Alessi di Omegna. Oltre agli ammortizzatori sociali, c'è l'impegno a non delocalizzare e a trovare alternative per chi lascerà il lavoro

La crisi colpisce anche la Alessi di Omegna, nel Verbano Cusio Ossola, Piemonte. La storica azienda, celebre per la produzione di oggetti di design per la casa e simbolo del "made in Italy" nel mondo, ha un piano di rilancio che prevederebbe necessariamente la riduzione del costo del lavoro. La società, secondo quanto riferito dai sindacati, avrebbe quindi deciso di procedere con 80 esuberi tra i 315 dipendenti dello stabilimento di Crusinallo (Omegna), nell'ambito del piano industriale ritenuto necessario per "affrontare le difficoltà del momento legata al mercato".

Sindacati: "Non è prevista la delocalizzazione"

"Il piano presentato - dicono Cgil, Cisl e Uil - parla di decisione non più rinviabile, legata all'obiettivo di garantire un futuro all'azienda e a quello che deve continuare a rappresentare per il Made in Italy. L'obiettivo del piano sono la continuità e il rilancio dell'azienda". Alessi sta investendo su nuovi canali di vendita, su una maggior spinta verso l'internazionalizzazione. Per il rilancio sono necessari risorse finanziarie, capitale relazionale e apertura internazionale ancora superiori agli attuali.  Una ventina di dipendenti potrebbe arrivare subito alla pensione.

I sindacati Fim, Fiom e Uilm sottolineano anche ci sono ampie rassicurazioni sul fatto che "non è prevista la delocalizzazione della produzione, né la chiusura della fabbrica di Crusinallo, che continua a essere considerata un elemento strategico anche per il futuro".

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L'ex presidente del consiglio Matteo Renzi durante una visita alla Alessi, storica azienda di oggetti di design, Omegna, in provincia di Verbania. 19 luglio 2016. ANSA/ TIBERIO BARCHIELLI

Alessi, un messaggio di speranza (nonostante le difficoltà)

Un taglio doloroso, ma l'obiettivo è portare l’azienda "fuori dalla tempesta senza delocalizzare" dicono i vertici. E' stata anche chiesta la cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale. Le motivazioni della difficile situazione economica sono più d'una, e in gran parte riguardano la situazione economica che sta investendo tutta l’Europa. 

Il messaggio che il titolare Alberto Alessi lancia è però un messaggio di speranza. "Si resta a Omegna e non molliamo. Avremo un partner forte", dice alla Stampa. Quindi nessuna delocalizzazione, questo è certo. Sono in corso contatti con una azienda britannica con cui nei prossimi mesi si dovrebbe raggiungere un accordo per dare "maggiore forza economica" al gruppo. 

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Omegna, l'azienda è legata al territorio

Quando la Alessi si è guardata intorno alla ricerca di partner, le offerte "non sono mancate" dice Alessi. "Anche i cinesi si sono fatti avanti, ma abbiamo declinato. Con tutti i contatti la nostra richiesta è sempre stata la stessa: Alessi resta a Omegna". Oltre agli ammortizzatori sociali dovuti, l'azienda si sta impegnando a trovare alternative per i dipendenti che dovranno lasciare l'azienda: "Non lasceremo nessun nel mare in tempesta". Un gruppo legato al territorio, per davvero e non solo a parole: di questi tempi, è una notizia.

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