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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia Italia

Alitalia, Di Maio contro Di Maio: sulla nazionalizzazione smentisce se stesso

La nuova Alitalia che andrebbe a rilevare le attività dell'ex compagnia di bandiera avrebbe una dotazione di 2 miliardi di euro. Coinvolte anche Ferrovie, che conferma l'interesse, e Cdp. Eppure appena pochi mesi fa Di Maio diceva tutt'altro. Cauto il ministro Tria

Lo schema di "rinazionalizzazione" di Alitalia annunciato dal vice premier e ministro Luigi Di Maio è molto simile a quello smentito dallo stesso titolare del dicastero dell'economia a inizio agosto in aula al Senato rispondendo sulle indiscrezioni secondo cui il governo stava studiando una newco a capitale pubblico partecipata tra gli altri da Ferrovie, Cassa depositi e prestitiPoste

Di Maio allora, sostenendo che per il governo Alitalia dovesse restare un vettore dello stato italiano, spiegava come la nazionalizzazione old style non fosse fattibile a causa delle norme europee.

L'operazione prospettata oggi, prevede il coinvolgimento di Ferrovie e Cassa Depositi e Prestiti. L'unico elemento di novità sarebbe quindi il non coinvolgimento di Poste. La nuova società che andrebbe a rilevare le attiività dell'ex compagnia di bandiera avrebbe una dotazione di due miliardi di euro "garantita dalla conversione in equity di una parte del prestito ponte da 900 milioni erogato dallo Stato alla compagnia".

La newco sarebbe necessaria per l'eventuale ingresso di Cdp che per statuto avrebbe difficoltà a entrare in società in crisi.

Aggiornamento: "Fs Italiane ha presentato oggi pomeriggio una manifestazione di interesse per Alitalia". Lo rende noto la società precisando che "tale manifestazione, necessaria per analizzare al meglio il dossier relativo all'azienda, non è in questa fase vincolante".

Nel pomeriggio però il ministro Tria ha frenato: "Io penso che delle cose che fa il Tesoro debba parlarne il ministro dell'Economia. Io non ne ho parlato", ha detto a proposito dell'ingresso dello Stato nel capitale di Alitalia.

Alitalia, nazionalizzazione dovrà avere ok di Bruxelles

Il piano di nazionalizzazione di Alitalia dovrà in ogni modo passere l'esame di Bruxelles: i commissari dell'Unione Europea dovranno stabilire se con il piano del governo non si prefiguirino aiuti di Stato. Ad ogni modo è bene chiarirlo: di principio le norme comunitarie non vietano le nazionalizzazioni come dimostra proprio l'Italia con l'operazione Mps

Recentemente sul dossier Alitalia è intervenuta la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager, in audizione al Parlamento europeo: "Una parte dell'indagine - ha spiegato - riguarda gli interessi del prestito del Governo perché è una delle cose importanti da guardare come in passato si è visto in casi di aiuti di Stato".

L'Italia può investire in compagnie se il livello degli interessi rispecchia il mercato, e quindi non c'è un trattamento che svantaggia gli altri concorrenti. Alitalia insomma dovrà corrispondere un livello di interessi allo Stato simile a quello sul mercato dei capitali.

Come spiega Vestager per la Commissione europea dunque la nazionalizzazione di Alitalia si può fare. La condizione è che lo Stato azionista "agisca nel mercato come soggetto privato".

Di Maio: "Alitalia sarà motore per lo sviluppo turistico"

Secondo il ministro per lo Sviluppo economico, Luigi Di Maio l'Alitalia risanata dovrà essere il motore per lo sviluppo turistico dell'Italia.

Il ministro parlando del piano di rilancio al termine dell'incontro al Mise con i sindacati ha spiegato che l'obiettivo è quello di salvaguardare i livelli occupazionali e anzi, rilanciare l'azienda per ambire a nuove assunzioni.

Codacons: "Per Alitalia ogni famiglia ha già speso 300 euro

"Ogni singola famiglia italiana ha sostenuto i problemi di Alitalia sborsando negli ultimi anni 308 euro, per ritrovarsi oggi una compagnia aerea prossima al fallimento" afferma il presidente dell'associazione dei consumatori Codacons Carlo Rienzi ricordando come negli ultimi anni i cittadini hanno dovuto più volte farsi carico della gestione catastrofica della compagnia di bandiera, con un conto salito a 7,4 miliardi di euro per la collettività

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