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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Alitalia, il futuro è un punto di domanda: "Evitare la vendita-spezzatino"

Una compagnia "data per morta" nel 2017 ma che "ha reagito bene" secondo il commissario straordinario Gubitosi. La ristrutturazione passa nelle mani del nuovo governo

Quale destino per Alitalia? Una compagnia "data per morta" nel 2017 ma che "ha reagito bene" per usare le parole del commissario straordinario Luigi Gubitosi. Le statistiche non mentono mai, e Alitalia oggi è "prima per puntualità in Europa e seconda al mondo". Inutile nascondere però che le difficoltà non mancano, e le sfide che attendono la compagnia aerea sono gigantesche. La ristrutturazione passa nelle mani del nuovo governo. Svenderla "a pezzettini" è l'unica ipotesi che tutti sentono di poter escludere: non converrebbe a nessuno. 

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Alitalia deve far fronte a una concorrenza spietata. Perde fette di mercato e trasporta solo il 15 per cento circa dei passeggeri che arrivano in Italia o partono da un aeroporto italiano verso destinazioni interne, internazionali e intercontinentali, nonostante un contesto di grande crescita complessiva del settore aereo nazionale. In un ventennio il mercato dei passeggeri in Italia è passato da 53 milioni a quasi il triplo: 144 milioni e mezzo l’anno passato. Alitalia perde centinaia di milioni l'anno (non essendoci un bilancio né del 2016 né del 2017 non si può affermare con precisione), l'anno scorso il governo ha dato un prestito statale di 900 milione perché la compagnia continui l'attività in attesa di trovare un compratore. Nel periodo 2008-2015 Alitalia ha accumulato 2 miliardi di perdite, 1,5 miliardi di aumenti di capitale e un miliardo di debiti.

Il ministro Toninelli: "Evitare lo spezzatino"

"Sicuramente bisogna evitare uno spezzatino. E' inconcepibile vedere un vettore come Alitalia in queste condizioni quando ovunque il mercato cresce e le compagnie hanno floridi fatturati. L'Italia merita di meglio". Ad affermarlo il  ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli, in un'intervista oggi a 'La Repubblica'. "L'intervento pubblico, di fatto già in essere con il commissariamento e il prestito ponte, non può essere escluso, ma in una logica di rilancio industriale cui può affiancarsi un partner forte. Certamente potranno aiutarci commissari non in conflitto di interessi", sottolinea Toninelli. Alla domanda se dovrà fare un passo indietro chi ha avuto a che fare con la gestione precedente, come Enrico Laghi, "mi pare che il conflitto di interesse sia evidente", risponde Toninelli.

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Delrio: "Lavorino sui piani di industrializzazione"

"Noi abbiamo detto che Alitalia non deve essere svenduta e abbiamo messo soldi dello Stato rispettando le regole europee. L'importante è fare in modo che Alitalia cresca.  Devono trovare un alleato perché sennò chi è più debole è morto. Lavorino sui piani di industrializzazione, non sulla statalizzazione". Così l'ex ministro delle Infrastrutture e capogruppo dem alla Camera, Graziano Delrio, ai microfoni di Circo Massimo su Radio Capital.

Enac contraria alla nazionalizzazione

"Sono sempre stato contrario alle nazionalizzazioni, che, tra l'altro, creano una illusione di intoccabilità". Lo ha detto il presidente dell'Enac, Vito Riggio, parlando a margine della presentazione del rapporto 2017, sulla possibilità di una rinazionalizzazione dell'Alitalia. "C'è invece bisogno di flessibilità e innovazione. Lo Stato ha garantito la compagnia quando era monopolista, ma quando si deve cimentare sul mercato lo Stato non ce la fa. Tutti invocano quest'era mitica, ma mi pare che non ci sia". "La gestione commissariale è molto positiva - ha aggiunto Riggio -, ma non si può pensare di stare da soli. Ci vogliono grandi alleanze".

I possibili acquirenti interessati ad Alitalia (Lufthansa, EasyJet, Wizzair) si esporrebbero solo se venissero ridotti gli attuali 10mila dipendenti. L’alternativa più semplice quindi é comprare dopo che qualcuno avrà ristrutturato: ma lo spezzatino in cui i due pretendenti si dividono la parte migliore della compagnia (ovvero le rotte, gli aerei, i piloti lasciando per strada migliaia di lavoratori) è un'opzione che non piace a nessuno a Roma.

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