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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia Italia

Pensione anticipata, Ape negato per i cattivi pagatori

Requisiti più rigidi per l’accesso all’Ape volontaria: chi ha subito protesti o ha debiti scaduti da tre mesi o è stato segnalato alla centrale dei rischi della Banca d’Italia potrebbe vedersi rigettata la domanda di anticipo pensionistico dalla banca

Pensioni, per chi ha intenzione di ricorrere all'anticipo pensionistico, il famigerato Ape, ci sono novità che potrebbero davvero cambiare le carte in tavola per molti italiani in procinto di mandare la comunicazione all'Inps. Gli istituti finanziari infatti potranno rifiutare la concessione del prestito.

L’anticipo pensionistico volontario infatti prevede la richiesta di un finanziamento alla banca e una polizza assicurativa.

Gli istituti finanziari non accoglieranno le richieste di anticipo pensionistico per coloro che hanno subito protesti o hanno debiti scaduti da oltre 90 giorni. Fuori anche chi è segnalato nella Centrale dei Rischi.

Il decreto attuativo della riforma pensionistica prevede infatti che il richiedente dovrà dichiarare al momento della domanda di Ape volontario di:

  • non avere debiti nei confronti delle banche o di altri operatori finanziari, esposizioni per debiti scaduti o sconfinanti (intendendosi con ciò l'utilizzo di fondi in eccedenza rispetto al saldo del conio corrente, in assenza di apertura di credito, ovvero in eccedenza rispetto all'apertura di credito concessa) e non pagati da oltre novanta giorni;
  • non essere a conoscenza di essere attualmente registrato negli archivi della centrale dei rischi gestita dalla Banca d'Italia e non aver ricevuto comunicazioni relative all'iscrizione in un sistema di informazioni creditizie gestito da soggetti privati, per l'inadempimento di uno o più prestiti, quali mutui, finanziamenti o altre forme di indebitamento;
  • non aver avviato o essere oggetto di procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento ai sensi della legge 27 gennaio 2012, n. 3;
  • non avere pignoramenti in corso o estinti senza integrale soddisfazione dei creditori;
  • non avere protesti a proprio carico e non essere registrato nell'archivio degli assegni bancari e postali e delle carte dì pagamento irregolari istituito presso la Banca d'Italia, denominato centrale di allarme interbancaria - CAI.

Tuttavi non vi saranno problemi qualora i debiti al momento della domanda siano estinti per qualunque causa; qualora sia stata registrata la chiusura della procedura di composizione della crisi, la cancellazione dell'elevazione del protesto e la cancellazione della registrazione dall'archivio presso la centrale di allarme interbancaria - CAI. Non sarà motivo di esclusione della richiesta di Ape la mancata escuzione di pignoramento dopo trentasei mesi dall'estinzione non satisfattiva della procedura esecutiva.

Ape, quali sono le condizioni per richiedere l'anticipo pensionistico

L’anticipo pesionistico spetta ai lavoratori pubblici e privati con almeno 63 anni di età purché siano disoccupati che hanno esaurito gli ammortizzatori da almeno tre mesi; soggetti che assistono il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap grave; invalidi civili con un grado di invalidità pari o superiore al 74%; dipendenti che svolgono da almeno sei anni in via continuativa un lavoro particolarmente difficoltoso o rischioso (tra i quali operai edili, operatori ecologici, facchini, insegnanti di scuola dell’infanzia, infermieri organizzati su turni ecc).

Per richidere l'accesso all'Anticipo pensionistico devono essere soddistatte alcune condizioni, tra cui l'importo della pensione mensile, al netto della rata di ammortamento per il rimborso del prestito richiesto, non può risultare inferiore a 1,4 volte il trattamento minimo dell’assicurazione generale obbligatoria (cioè 702,65 euro al mese). Dato che questo valore deve essere al netto della rata di ammortamento, il cui importo può toccare diverse centinaia di euro al mese a seconda dell'entità, della durata dell'anticipo richiesto e dei tassi di mercato, il prestito si rivolgerà prevalentemente alle platee di coloro che hanno maturato una pensione lorda superiore a mille euro al mese; cioè un assegno sufficientemente capiente a sostenere una rata di ammortamento piuttosto intensa; mentre coloro che hanno una pensione di importo ricompreso tra i 750 e i mille euro lordi mensili dovranno valutare caso per caso l'effettiva possibilità di conseguire lo strumento riducendo l'importo dell'anticipo richiesto o spostando in avanti l'uscita di qualche mese per rispettare il suddetto vincolo. Per queste classi di assegno, infatti, la rata di ammortamento del prestito può far scendere il reddito al di sotto dei 702 euro mensili determinando l'impossibilità di ottenere il prestito pensionistico. 

Non avranno diritto all'anticipo, invero, i soggetti che hanno maturato assegni inferiori a 750 euro mensili, una limitazione piuttosto significativa.

Pensioni, Ape volontaria e banche: requisiti ancora più rigidi

Passi in aventi verso il via libera all'anticipo pensionistico dopo gli accordi tra il Ministero del Lavoro, il ministero dell'Economia, l'associazione delle banche e delle assicurazioni. Dal Garante della Privacy qualche riserva è stata invece sollevata per il trattamento dei dati personali tra i soggetti amministrativi.  

Pensioni novità 2018: Ape volontaria, chi vi può accedere

L’indennità è pari all’importo della rata mensile di pensione calcolata al momento dell’accesso alla prestazione (se inferiore a 1.500 euro) o pari a 1.500 euro se la pensione è pari o maggiore di questo importo. L’importo dell’indennità non è rivalutato. Viene erogato per 12 mesi. Per ottenere l’indennità è necessario avere almeno 63 anni di età e almeno 30 anni di anzianità contributiva per disoccupati e disabili. Per i lavoratori che svolgono attività difficoltose o rischiose l’anzianità contributiva minima richiesta è di 36 anni; maturare il diritto alla pensione di vecchiaia entro tre anni e sette mesi; non essere titolari di pensione diretta. L’assegno è compatibile con lo svolgimento di lavoro dipendente soltanto nel caso in cui i relativi redditi non superino gli 8.000 euro annui e con lo svolgimento di attività di lavoro autonomo nel limite di reddito di 4.800 euro.

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