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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Figli a carico, cambia l'assegno familiare

Dopo diversi mesi la Commissione Finanze del Senato ha ripreso l’esame del testo: ecco le modifiche previste

Gli assegni familiari diventano universali e a scalare. Chi ha figli a carico, anche autonomi e incapienti, potrà godere del sostegno che sarà più grande per i primi anni di vita del bambino, per poi ridursi progressivamente fino ai 26 anni. E’ quanto prevede il ddl delega Lepri, citato tra l’altro da Tommaso Nannicini al Lingotto. “La prossima settimana si vota – assicura il relatore Moscardelli – e puntiamo a chiudere al più presto”. Resta il nodo coperture, visto che la proposta aggiunge due miliardi (quattro a regime) ai diciannove che oggi si spendono per i vari assegni familiari che sarebbero riassorbiti dal nuovo strumento.

La delega, spiega Moscardelli, punta a dare un “sostegno a tutte le famiglie che hanno figli, a prescindere dalla tipologia di lavoro dei genitori” e ipotizza di accompagnare i figli “fino alla loro presunta autonomia”, con un sistema di "decalage": fino ai tre anni l’assegno sarebbe più cospicuo, per ridursi tra i tre e i diciotto ed essere ulteriormente limato fino ai 26 anni. Le diverse proposte sono state presentate già a partire dal 2014 e la commissione, dopo un lungo lavoro, è arrivata a scegliere come testo base quello di Lepri. Secondo le previsioni, entro tre mesi dall’ok del Parlamento alla delega, il governo dovrebbe riconoscere “un’unica misura universalistica per ciascun figlio a carico”, abolendo i vari assegni per il nucleo familiare e legando il nuovo beneficio all’Isee. Fino a 30mila euro di soglia Isee l’assegno sarebbe uguale per tutti per poi andare a calare nella fascia tra 30 e 50mila euro di soglia Isee.

Il testo prevede anche l’innalzamento della soglia di cinquemila euro per ogni ulteriore figlio a carico e per gli incapienti prevede esplicitamente che “il beneficio sia riconosciuto in denaro”, in modo da superare l’esclusione dalle detrazioni fiscali. Le coperture nella delega vengono individuate “con i risparmi derivanti dall’eliminazione di molte misure oggi previste” e con “ulteriori risparmi di spesa”, come si legge nella relazione al ddl, “così da prevedere una dotazione complessiva in incremento” di “due miliardi nel primo anno successivo a quello di entrata in vigore” delle nuove norme e “di 4 miliardi” a regime.

I tempi finora sono stati lunghi perché “all’inizio c’erano molti testi con approccio diverso, ed è stato necessario un lavoro per creare il consenso in commissione sul testo base da adottare” spiega ancora Moscardelli (Pd). Poi c’è stata “una fase nella quale bisognava creare un consenso politico molto forte non solo in Parlamento. Questo consenso è maturato pian piano fino a diventare oggi portante” con il tema del sostegno alla natalità che è diventato “strategico”.

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