rotate-mobile
Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

Se aumenta l'Iva, a pagare sono i più poveri: "Su i prezzi di carne, pesce e uova"

Coldiretti mette in guardia sulle conseguenze del possibile aumento dell'Iva: "Effetti drammatici sui redditi delle famiglie più bisognose". Per sventare la stangata il nuovo esecutivo (qualsiasi esso sia) dovrà trovare circa 12,4 miliardi di euro

L’aumento dell’Iva colpirebbe anche beni di prima necessità come carne, pesce, yogurt, uova, riso, miele e zucchero con aliquota al 10 per cento e vino e birra con aliquota al 22% con effetti drammatici sui redditi delle famiglie più bisognose e sull’andamento dei consumi in settori come quello alimentare che è determinante per sostenere la ripresa in atto. 

Aumento Iva 2018: solo un'ipotesi (per ora)

E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla necessità di inserite fin dal prossimo Def norme di sterilizzazione delle clausole di salvaguardia dell’Iva in una situazione in cui secondo Bankitalia in Italia quasi una persona su quattro è a rischio poverta. 

Una necessità per scongiurare un duro colpo alla spesa delle famiglie italiane in alimenti e bevande dopo che nel 2017 e tornata ad aumentare del 3,2% dopo cinque anni di segno negativo secondo elaborazioni Coldiretti sulle rilevazioni Ismea Nielsen. 

La spesa alimentare – conclude la Coldiretti – è la principale voce del budget delle famiglie dopo l’abitazione con un importo complessivo di 215 miliardi ed è quindi un elemento importante per la ripresa dell’economia.

Iva, "stangata da 791 euro": servono 12,4 miliardi per scongiurare gli aumenti

Uno dei primi scogli che avrà di fronte il prossimo governo sarà certamente quello di scongiurare l’ipotesi di un nuovo aumento dell’Iva. Ipotesi non troppo improbabile, come vi abbiamo già raccontato, dal momento che nell’ultima legge di bilancio il possibile incremento è stato sì sterilizzato, ma solo per un anno.

Per sventare la stangata il nuovo esecutivo dovrà trovare circa 12,4 miliardi di euro. 

Non impossibile perché gli ultimi dati Istat parlano di una crescita di un punto e mezzo e di un rapporto deficit Pil sceso all’1,9%. Insomma, la prima missione di chi siederà a Palazzo Chigi sarà quella di disinnescare le clausole di salvaguardia, una spada di Damocle che ci portiamo dietro dall’inizio della crisi. Se così non fosse ci nel 2019 l’Iva dovrebbe passare dal 22 al 24,2%, per poi raggiungere quota 24,9% nel 2020. L'aliquota ridotta invece potrebbe passare dal 10 all’11,5% nel 2019 e al 13% a decorrere dal 1° gennaio 2020.

Dalle bollette all'Rc auto, raffica di aumenti nel 2018: “Stangata da 1.038 euro” 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Se aumenta l'Iva, a pagare sono i più poveri: "Su i prezzi di carne, pesce e uova"

Today è in caricamento