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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia Italia

Vivere con l'Iva al 25%: cosa succede se scattano le clausole di salvaguardia

L'effetto delle clausole di salvaguardia è dirompente: oltre all'Iva prevedono anche gli incrementi delle accise sui carburanti . E per comprare un paio di jeans serviranno quasi 5 euro in più, per un’auto addirittura 619 euro

Dopo la crisi di Governo il capo dello Stato ha fretta: la probabilità che scatti l'aumento dell'Iva cresce man mano che passa il tempo senza un Governo capace di mettere in sicurezza i conti pubblici. 

Occorre adottare una manovra di bilancio, entro i necessari tempi tecnici, e soprattuto trovare i 23 miliardi di euro che servono a scongiurare il ritocco al rialzo non solo delle aliquote iva, ma anche delle accise sui carburanti.

Le clausole di salvaguardia non prevedono infatti solo il ritocco delle aliquote dal 22 al 25,2% (ordinaria) e dal 10 al 13% (ridotta) nel 2020, ma stabiliscono che l’Iva debba aumentare anche nel 2021, raggiungendo quota 26,5%.

Per entrambi gli anni, inoltre, tali clausole prevedono anche gli incrementi delle accise sui carburanti con un gettito stimato dalla Legge di bilancio pari a 400 milioni di euro all’anno. Accise più alte equivalgono a più elevati costi dei carburanti, con conseguenti effetti negativi sui listini dei beni trasportati su gomma.

Se le aliquote Iva e le accise saranno ritoccate al rialzo - avverte il Codacons - i prezzi al dettaglio di una moltitudine di beni di largo consumo subiranno un aumento che determinerà a regime, nel biennio 2020-2021 e a parità di consumi, una stangata complessiva pari a 1.200 euro a famiglia.

Aumento iva, quali effetti sui prezzi

L'associazione dei consumatori Codacons ha elaborato come - nel dettaglio - potrebbero cambieranno i prezzi di alcuni beni e servizi di largo consumo a causa dell’aumento Iva. Anche senza tenere conto dei possibili arrotondamenti, l'effetto è dirompente. Ad esempio per comprare un paio di jeans serviranno quasi 5 euro in più, per un’auto addirittura 619 euro

Prezzo medio con Iva al 22%

Prezzo medio attuale

Prezzo medio con Iva 26,5%

caffè (2 pz x 250 gr)

6,40 euro

6,64 euro

birra (0,66 cl)

1,55 euro

1,61 euro

dentifricio

2,70 euro

2,80 euro

sapone liquido mani

1,80 euro

1,87 euro

Coca Cola (1,5 lt)

2,05 euro

2,13 euro

bagnoschiuma

2,30 euro

2,39 euro

spazzolino da denti

2,80 euro

2,90 euro

scarpe da ginnastica

100 euro

103,7 euro

lavanderia pantalone

4,00 euro

4,15 euro

Parrucchiere (messa in piega)

16 euro

16,6 euro

Parrucchiere (taglio donna)

20 euro

20,7 euro

Jeans uomo (di marca)               

126 euro

130,7 euro

Auto media cilindrata

16.775 euro

17.394 euro

Auto Suv alta gamma

61.000 euro

63.250 euro

Tablet

299 euro

310 euro

Smartphone

799 euro

828 euro

Vediamo ora come potrebbero cambiare i prezzi dei beni con aliquota ridotta che potrebbe salire dal 10 al 13%

Prezzo medio con Iva 10%

Prezzo medio attuale

Prezzo medio con Iva 13%

caffè al bar

0,90 euro

0,93 euro

biscotti frollini (1 kg)

3,29 euro

3,38 euro

tramezzino

2,30 euro

2,37 euro

pizza Margherita

6,85 euro

7,04 euro

cappuccino

1,20 euro

1,23 euro

Yogurt (2 pz)

1,55 euro

1,60 euro

Uova (conf. Da 6)

1,25 euro

1,28 euro

bolletta gas (anno 2018)

1.096 euro

1.126 euro

bolletta luce (anno 2018)

552 euro

567 euro

biglietto cinema

8,50 euro

8,73 euro

Intanto sul fronte politico prosegue l'interlocuzione tra Movimento 5 stelle e Partito Democratico per dar vita ad un nuovo governo e presentare al Presidente della Repubblica le "solide basi di una maggioranza" come richiesto dal capo dello Stato. . 

In una sala del gruppo pentastellato alla Camera si sono seduti il vicesegretario Pd Andrea Orlando e i capigruppo di Camera e Senato Graziano Delrio e Andrea Marcucci con i capigruppo pentastellati Francesco D'Uva e Stefano Patuanelli con i vice Francesco Silvestri e Gianluca Perilli.

Nuovo governo, Di Battista e Renzi spaccano l'intesa tra M5s e Pd

I dem hanno chiesto una posizione pubblica da parte del M5s che chiarisca come il forno con la Lega sia ufficialmente chiuso, con un impegno diretto di Luigi Di Maio in tal senso. 

Dall'altro fronte il Pd si è detto disponibile a votare la legge di riforma che taglia il numero di deputati e senatori accompagnata "da garanzie costituzionali e da regole sul funzionamento parlamentare". Qui resta l'ultimo scoglio per dare il via alla seconda fase che vedrà "nelle prossime ore" i leader Zingaretti e Di Maio intavolare un dialogo sui dossier ancora aperti. 

Se sul programma, da entrambe le parti, si mostra grande fiducia, ancora tutta da definire è la questione dei nomi. Il Pd chiede "nomi nuovi" e la questione del possibile nuovo premier guarda ad un "profilo terzo" gradito a entrambi.

Nelle ultime ore si sta facendo anche strada l'identikit di Franco Bernabè. Banchiere, finanziere, ex Telecom e Eni, manager della Cultura, Bernabè è stimato sia in ambienti dem che in quelli pentastellati, tanto da essere uno degli ospiti dell'ultima edizione di 'Sum', la kermesse che ogni anno Davide Casaleggio organizza a Ivrea in nome del padre Gianroberto.

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