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Martedì, 23 Aprile 2024
Economia

Autostrade, il governo non risponde e Atlantia ferma gli investimenti

Confermate le manutenzioni da 900 milioni di euro per garantire la sicurezza sulle reti autostradali in concessione, ma il contenzioso che da due anni divide Atlantia e il governo dopo il crollo del Ponte Morandi si arricchisce di un nuovo capitolo

Il consiglio di amministrazione del gruppo Atlantia che controlla Autostrade per l'Italia ha deciso di fermare il piano di investimento da 14,5 miliardi offerti come forma di compensazione per il crollo del Ponte Morandi. Il contenzioso che da due anni divide Atlantia e il governo si arricchisce di un nuovo capitolo.

Confermate invece l'investimento di 900 milioni di euro per garantire le manutenzioni per la sicurezza della rete autostradale in concessione nel rispetto di tutti gli obblighi esistenti,

Atlantia denuncia come la situazione di incertezza sulla paventata revoca delle concessioni, abbia "determinato e continua a determinare gravi danni all'intero Gruppo". L'azione del Cda è stata decisa dopo aver preso atto che, ad oggi, non è ancora pervenuta alcuna risposta alla proposta formale inviata da Aspi al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti lo scorso 5 marzo, al fine di trovare una soluzione condivisa. Atlantia rivendica come Aspi stia sostenendo tutti gli oneri per la costruzione del nuovo ponte di Genova (ormai completato) e abbia inoltre immediatamente attivato i risarcimenti a persone e imprese, ed esternalizzato il sistema di ispezione delle infrastrutture. 

Il cda di Atlantia "ha espresso forte preoccupazione per le dichiarazioni rilasciate mercoledì 20 maggio da un esponente del Governo, secondo le quali alla controllata Aspi dovrebbe essere precluso l'accesso alla garanzia pubblica" anche alla luce della richiesta di accesso al prestito garantito da Sace previsto dal decreto Liquidità. 

Il ceo di Aspi, Roberto Tomasi, in una recente intervista al Sole 24 Ore aveva spiagato come il gruppo fosse pronto ad avviare il piano di investimenti (14,5 miliardi al 2038) e di manutenzioni (7 miliardi), ma necessitasse dell’accesso al mercato del credito con le garanzie governative per ottenere una linea da 1,2 miliardi.

Autostrade per l'Italia lamenta infatti come il traffico sulla rete autostradale, nel periodo di lockdown, abbia subìto un tracollo con punte massime dell'80%, generando una perdita di ricavi stimata in oltre 1 miliardo di euro per il solo 2020.

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