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Martedì, 16 Aprile 2024
ECONOMIA

Tempo di "doggy bag": un italiano su tre esce dal ristorante con gli avanzi

Un italiano su tre quando esce dal ristorante chiede (e ottiene) di portarsi a casa gli avanzi di pranzo o cena, anche se solo il 10% lo fa regolarmente. Tuttavia, secondo la Coldiretti, nell'estate 2014 solo il 36% degli italiani ha mangiato fuori casa

ROMA - Se negli Stati Uniti è una prassi così consolidata che, quando si finisce di cenare, i camerieri portano autonomamente le apposite scatole di polistirolo o cartone per permettere ai clienti di portarsi a casa gli avanzi, in Italia la pratica della "doggy bag" sta prendendo piede per gli effetti della crisi economica. 

Un italiano su tre quando esce dal ristorante chiede (e ottiene) di portarsi a casa gli avanzi di pranzo o cena, anche se solo il 10% lo fa regolarmente, mentre il 23% solo qualche volta. E' quanto emerge dall'indagine indicativa online condotta dal sito www.coldiretti.it sui comportamenti durante l'estate, dalla quale emerge peraltro che una fetta rilevante della popolazione (il 24%) quando va a mangiare fuori lascia sulla tavola gli avanzi semplicemente perché si vergogna di chiederli. Solo una percentuale minore del 18% si dice semplicemente non interessato, mentre ben il 25% degli italiani non lascia alcun avanzo quando va al ristorante o in pizzeria.

La tendenza a finire quanto viene servito a tavola, secondo i saggi suggerimenti del nonni, richiama un passato difficile ma, insieme al diffondersi del sacchetto degli avanzi, è anche - prosegue la Coldiretti - un segno di maggiore responsabilità degli italiani nei confronti dello spreco di cibo. Un comportamento molto diffuso in altri Paesi a partire dagli Stati Uniti dove sembra che la stessa first lady Michelle Obama non abbia remore a seguirla.

MENO ITALIANI AL RISTORANTE - E' forse questo uno degli aspetti positivi della crisi economica, in una situazione in cui ogni persona in Italia ha comunque buttato nel bidone della spazzatura ben 76 chili di prodotti alimentari durante l'anno. E' anche vero che solo il 36% degli italiani si è recato in ristoranti, trattorie, osterie in vacanza nell'estate 2014 secondo l'indagine Coldiretti/Ixè, mentre più diffusa è stata la cucina casalinga e quella al sacco da consumare in spiaggia o durante i brevi spostamenti e le gite che hanno caratterizzato queste vacanze. Inoltre mentre in tempi di vacche grasse si ordinava l'antipasto, il primo, il secondo con il contorno e il dolce, oggi - precisa la Coldiretti - la scelta è più motivata e più misurata. Più spesso basta un antipasto e un primo o un antipasto e il secondo o, infine, un antipasto e una pizza per degustare adeguatamente, e senza spendere troppo, le prelibatezze gastronomiche offerte.

LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE - Di fronte a questa nuova esigenza - riferisce la Coldiretti - la ristorazione si attrezza e in un numero crescente di esercizi, per evitare imbarazzi, si chiede riservatamente al cliente se desidera portare a casa il cibo o anche le bottiglie di vino non finite e si mettono a disposizione confezioni o vaschette ad hoc. D'altra parte una recente sentenza della Corte di Cassazione, la numero 29942 della quinta sezione penale ha dato torto ad un albergatore trentino insultato da un cliente perché avrebbe vietato la 'doggy bag' e il riempimento della borraccia, annullando la condanna per ingiurie inflitta dalla Corte di appello di Trento ad un friulano che era stato denunciato dall'albergatore perché, a fronte del mancato riconoscimento della pretesa di appropriarsi di ciò che costituiva il residuo della consumazione, aveva rimproverato il gestore dell'attività fino a osservare che il "servizio era da schifo". Una vicenda singolare costruita attraverso tre gradi di giudizio che introduce una conquista importante per tutti i consumatori che, al termine dei pasti consumati in ristoranti e in genere in esercizi di somministrazione aperti al pubblico, possono pretendere di portar via gli avanzi di cibo o di riempire un contenitore di acqua o di vino non bevuti.

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