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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Bollette telefoniche, la fatturazione corretta è a 30 giorni: rimborsi congelati (per ora)

Respinti i ricorsi delle compagnie telefoniche. Ma in attesa del ritorno alla fatturazione mensile, i rimborsi agli utenti per le bollette a 28 giorni sono stati sospesi dal Tar del Lazio

Le bollette telefoniche vanno fatturate mensilmente, non ogni 28 giorni. Al momento, tuttavia, non ci sarà nessuna restituzione di denaro ai clienti per i giorni non fruiti a partire da metà giugno 2017, rimborsi che sarebbero dovuti essere corrisposti nella prima bolletta a 30 giorni. E’ quanto ha deciso il Tar del Lazio. E' infatti sospeso il provvedimento con il quale l’Agcom nel dicembre scorso ha stabilito che le compagnie telefoniche dovessero stornare dalle bollette telefoniche gli importi corrispondenti al numero di giorni che, a partire dal 23 giugno 2017, non sono stati fruiti dagli utenti in virtù delle bollette a 28 giorni.

Bollette telefoniche e fatturazione mensile: la decisione del Tar

L’ha deciso il Tar del Lazio con due ordinanze di accoglimento parziale delle richieste con le quali Wind-Tre e Vodafone contestavano, chiedendone la sospensione dell’efficacia, la delibera dell’Autorità che le sanzionava con 1,16 milioni di euro ciascuno e le diffidava a prevedere, nel ripristino della fatturazione mensile, a stornare gli importi pagati per i giorni di servizio non fruiti dagli utenti. Il Tar, ritenendo necessario sulla questione rinviare alla discussione di merito (già fissata l’udienza del 31 ottobre), ha ritenuto “che sussistono le condizioni per sospendere la delibera impugnata nella parte che ha ad oggetto il pagamento degli importi corrispondenti al corrispettivo per il numero di giorni che, a partire dal 23 giugno 2017, non sono stati fruiti dagli utenti in termini di erogazione del servizio a causa del disallineamento fra ciclo di fatturazione quadrisettimanale e ciclo di fatturazione mensile”.

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Inoltre, “il carattere, allo stato, indeterminato della somma da corrispondere agli utenti, per effetto dello storno (nella prima fattura emessa con cadenza mensile) dei predetti importi, appare in grado di incidere sugli equilibri finanziario-contabili dell’azienda”. Tenendo conto inoltre delle dedotte difficoltà per le aziende “di ripetere dai clienti le somme eventualmente corrisposte”, i giudici hanno accolto la sola richiesta di sospensione della parte della delibera dell’Agcom che ha ad oggetto il pagamento degli importi per i giorni di servizio telefonico non fruito.

Addio bollette telefoniche a 28 giorni, ma nessun risparmio per gli utenti 

Dunque, la fatturazione corretta delle bollette telefoniche è a 30 giorni, non 28. La decisione arriva dai giudici della terza sezione del Tribunale amministrativo, i cui giudici hanno respinto cinque ricorsi proposti da Wind Tre, Fastweb, Assotelecomunicazioni ed Eolo, Tim e Postemobile. Pubblicati i dispositivi, si attendono adesso le motivazioni delle sentenze. Con i ricorsi proposti, le società telefoniche chiedevano l’annullamento della delibera dell’Agcom del 24 marzo 2017 recante modifiche alla delibera contenente “Misure a tutela degli utenti per favorire la trasparenza e la comparazione delle condizioni economiche dell’offerta dei servizi di comunicazione elettronica”, nonché tutti gli atti precedenti sul tema. Le sentenze confermano la legittimità del Garante per le comunicazioni che ha indicato nella fatturazione solare quella da seguire e quella cui le società telefoniche avrebbero dovuto uniformarsi già dal giugno 2017.

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Bollette a 28 giorni, rimborsi in stand by: "Un regalo alle compagnie"

Il Tar del Lazio, dunque, ha deciso di sospendere, in attesa del giudizio di merito, i provvedimenti del 19 dicembre con i quali si obbligavano le compagnie a restituire i soldi agli utenti. Una decisione che - afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori - "è solo un regalo alle compagnie". E ancora: "E' dal 23 giugno che i consumatori attendono la restituzione dei soldi indebitamente percepiti dagli operatori della telefonia. Se l'ammontare è elevato e per il Tar appare in grado di incidere sugli equilibri finanziario-contabili delle aziende è solo perché sono andate avanti imperterrite a violare la delibera dell'Autority. Ora non si può far ricadere questa scelta aziendale sulle famiglie", prosegue Dona. "Ribadiamo, comunque, che, essendo confermata la bontà delle delibera dell'Autorità delle comunicazioni del 15 marzo, i consumatori vanno immediatamente risarciti. Se non sarà possibile con le modalità già fissate dall'Authority nelle delibere del 19 dicembre - conclude Dona -, partiremo senza ulteriori indugi con le azioni legali".

Codacons: "Ora si intervenga sugli aumenti delle tariffe"

Dopo la decisione del Tar che sancisce l'illegittimità delle fatturazioni telefoniche a 28 giorni, "le compagnie telefoniche devono restituire fino all'ultimo euro quanto hanno illegittimamente percepito inviando bollette ogni 28 giorni", si legge in una nota a firma del presidente del Codacons, Carlo Rienzi. Per l'associazione di consumatori, adesso "si attende una pronuncia dell'Agcom, chiamata, assieme all'Antitrust, a pronunciarsi su una nostra denuncia in cui si chiede di intervenire contro gli aumenti delle tariffe praticate agli utenti che scatteranno il prossimo aprile, aumenti decisi dagli operatori proprio per compensare i mancati incassi dovuti allo stop alle bollette a 28 giorni". Occasione questa per ricordare che "i consumatori italiani possono già adesso chiedere alle società telefoniche e alle pay-tv la restituzione delle maggiori somme pagate scaricando il modulo disponibile sul sito del Codacons".

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