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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Arriva il 'bollino di Stato' per tutelare le aziende Made in Italy

Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno riferito alcuni punti contenuti nella bozza del Decreto crescita, un pacchetto di norme che mira a proteggere i marchi storici italiani

Un 'Contrassegno di Stato', un bollino per assicurare la tutela dei marchi storici delle aziende italiane: è questa una delle soluzioni che dovrebbero trovare posto nel Decreto crescita allo studio del Ministero dello Sviluppo economico. Il marchio farà parte di una serie di misure volte a tutelare il Made in Italy, che prevedono diversi interventi, dall'efficientamento energetico alla norma per limitare le delocalizzazioni. A riferire di quanto contenuto nella bozza sono stati i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl al termine dell'incontro tecnico avvenuto oggi. Se non dovessero esserci intoppi i problemi di sorta, il provvedimento dovrebbe 'vedere la luce' il prossimo 29 marzo. A beneficiare del nuovo sigillo i marchi con oltre 50 anni di storia o di operatività sui mercati.

Mise, un pacchetto da 500 milioni per lo sviluppo.

Il pacchetto di interventi studiato dal Governo si dovrebbe sviluppare in quattro diversi capitoli, con uno stanziamento iniziale di almeno 500 milioni di euro. I quattro 'campi' di intervento dovrebbero essere i seguenti:

  • innovazione e sviluppo; 
  • nuova finanza di impresa; 
  • made in Italy - marchi storici e internazionalizzazione; 
  • efficientamento energetico. 

 Altre risorse dovrebbero arrivare da una razionalizzazione degli incentivi e spese ministeriali. 

In particolare, riferiscono sempre i sindacati a cui il governo ha solo elencato le misure del provvedimento senza presentare un testo scritto, nel capitolo 'Innovazione e sviluppo' il governo dovrebbe includere l'aumento del tetto del Fondo di garanzia per le Pmi, incentivi sul turismo e misure di incentivazione per start up e imprese innovative. Nel capitolo sull'efficienza energetica, invece, rientrerebbero il sisma bonus e semplificazioni per i condomini.

La misura contro le delocalizzazioni 

Per sventare il rischio di delocalizzazione di imprese in crisi il Mise starebbe studiando la possibilità di intervenire nel capitale della società in attesa di riuscire a trovare un nuovo soggetto industriale che salvi e rilanci l'azienda in difficoltà. L'intervento potrebbe trovare posto nel dl crescita. Il provvedimento era stato annunciato anche dal vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio: "Proteggeremo i marchi storici e vogliamo evitare che finiscano in mani straniere . Nel provvedimento per la crescita" di una norma che si chiamerà Legge Pernigotti perché ci permetterà di proteggere marchi come quello che sono in passato finiti in mani straniere".

"Proteggeremo i marchi storici del Made in Italy perché -ha detto Di Maio- se stiamo andando verso una congiuntura globale che in questo momento vede un indebolimento dell'economia noi dobbiamo proteggere i marchi storici " italiani ed "evitare che finiscano in mani straniere"

Sindacati critici: "Il confronto non basta"

Bene il confronto con il Mise che conferma la volontà del governo di interloquire con i sindacati ma il tavolo tecnico di oggi non basta: serve un confronto vero e uno sforzo maggiore soprattutto in termini di risorse di quanto messo in campo oggi per la crescita. Così Cgil Cisl e Uil commentano il round con i tecnici del Mise sul decreto crescita. "Non si può chiamare proprio tavolo tecnico, quello di oggi che ha fatto una sintesi di un testo su cui pare complicato intervenire vista la scadenza ravvicinata della sua approvazione nel CDM del 29 marzo prossimo. Più che altro ci è sembrata una informativa. Per questo chiediamo un tavolo vero", commenta Gianna Fracassi , vice segretario generale della Cgil al termine delle oltre ore di incontro al Mise perplessa soprattuto dall'esiguità delle risorse. "Sulle risorse non ci pare ci sia troppa chiarezza. I 500 milioni arrivano da una razionalizzazione degli incentivi e dal Fondo sviluppo coesione nazionale mentre mancano del tutto risorse a favore del Sud" osserva.

Critica anche la Uil. "L'incontro è stato positivo perché intensifica i confronto con il governo ma il decreto crescita in realtà è un provvedimento parziale. Serve inserire i capitoli relativi agli investimenti nelle infrastrutture, opere pubbliche e messa in sicurezza del territorio ma soprattutto serve legare il provvedimento ad un taglio delle tasse per lavoratori dipendenti e pensionati", spiega il segretario confederale Uil, Domenico Proietti. Anche per il segretario generale aggiunto Cisl, Luigi Sbarra, "serve ben altro": un confronto "meno episodico, più strutturale "che dia il segno dell'impegno del governo". I sindacati comunque al momento sospendono ogni giudizio sul decreto: "aspettiamo di vedere il testo", dicono all'unisono. "Confronto interessante" anche per Fiovo Bitti, segretario confederale Ugl che però attende il testo per valutare il provvedimento del governo.

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