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Martedì, 23 Aprile 2024
Economia

Bollo auto, che costi: perché paghiamo tanto

Quali sono i parametri presi in considerazione per calcolare l'importo del bollo auto: il confronto tra l'Italia e gli altri Paesi europei (con esempi pratici). Che stangata

La tassa di possesso sull'auto - che grava sugli autoveicoli e i motoveicoli immatricolati in Italia, il cui versamento è a favore delle regioni italiane di residenza - ha visto crescere negli ultimi cinque anni il suo costo in maniera esponenziale. In Italia il bollo auto è un'imposta regionale annuale che spetta a tutti i proprietari di veicoli registrati al Pubblico registro automobilistico (il cosiddetto Pra), indipendentemente se questi siano circolanti o meno. In altre parole: il bollo auto si paga anche se la nostra auto rimane ferma in garage. Ma quali sono i parametri presi in considerazione per calcolare l'importo del bollo auto? E cosa accade negli altri Paesi europei rispetto all'Italia? Cerchiamo di capirne di più.

Calcolo e costo del bollo auto in Italia: potenza del veicolo e classe ambientale

Nel nostro Paese, i parametri che determinano l'importo del bollo auto (che può variare da Regione a Regione) sono la potenza del veicolo e la classe ambientale. Facciamo alcuni esempi. Per un’auto euro 0 il Fisco chiede 3 euro per kW (Kilowatt), mentre per le auto più recenti (euro 4, euro 5 ed euro 6) l’importo scende a 2,58 euro a kW fino a 100 kW e 3,87 euro per l’eccedenza. Il costo del bollo per un’auto euro 6, dunque nuova o seminuova, di media potenza (88 kW/120cv) sarà di circa 230 euro.

Bollo auto, la stangata è servita (ma ci sono diversi modi per risparmiare)

Insomma, più è bassa la classe ambientale, maggiore sarà l’importo da moltiplicare per i kW. La vera stangata è rappresentata dal superbollo (reintrodotto per metà dal governo Berlusconi e per metà dall’esecutivo di Mario Monti) che ammonta a 20 euro per ogni kilowatt di potenza superiore ai 185 kW (250 cv). Per i possessori di auto lussuose o sportive l’esborso può arrivare tranquillamente a svariate migliaia di euro l’anno. L'Italia è l’unico Paese europeo a tassare le auto con una potenza superiore a 185 kW con una cifra di 20 euro per ogni kW di eccesso.

Bollo auto, quanto ci costi: come risparmiare con esenzioni e agevolazioni

Secondo una ricerca Uecoop (l'Unione europea delle cooperative), il costo del bollo auto in Italia negli ultimi 5 anni è aumentato del 19,8%. Lo studio, calcolato sui dati Istat in relazione ai consumi degli italiani, stima che dal 2013 al 2017 la media nazionale è salita di 171,6 milioni l’anno. Solo nel 2017 in Italia il pagamento del bollo è costato in totale 5,2 miliardi di euro. I rincari non risparmiano neppure le imprese che hanno visto aumentare la tassa sui veicoli sui veicoli del +11,3%. Insomma, gli italiani spendono sempre di più per l'auto. Risparmiare sul bollo auto, tuttavia, è possibile: ci sono alcune categorie di veicoli esentati dal pagamento della tassa (in questo articolo trovate tutte le esenzioni e le agevolazioni sul bollo auto).

Cosa succede negli altri Paesi europei

La tassa di possesso sull'auto non si paga solo in Italia. Il costo negli altri Paesi europei però cambia (e nella maggioranza dei casi è più basso), perché cambiano i parametri utilizzati per calcolarne l'importo. In Germania, ad esempio, i parametri presi in considerazione sono la cilindrata e le emissioni di Co2. E così su un'auto di 2200 cc, con emissioni di CO2 pari a 109g/km, il costo del bollo è di 237 euro. L’importo può salire anche di molto se l'auto emette più CO2. Con un valore di 150 g/km ad esempio a parità di cilindrata il Fisco chiede circa 300 euro. Se però possediamo un’auto di cilindrata media, ad esempio di 1600 cc (una normale segmento C), a parità di emissioni il costo del bollo sarà di 182 euro. Piuttosto basso se pensiamo che con un’auto simile in Italia paghiamo ben 230 euro.

Bollo auto, quando un certificato può "salvarci" dal pagamento 

In Francia, invece, il bollo auto non è contemplato per i veicoli privati. È prevista però una tassa di 160 euro l’anno per i possessori di veicoli con emissioni di Co2 superiori a 190 g/km. Lo Stato francese dunque premia chi inquina meno, anche se va detto che spesso chi possiede un’auto che inquina è perché, semplicemente, non può permettersi di cambiarla. Gli automobilisti francesi sono inoltre tenuti a pagare una tantum la tassa sul certificato d'immatricolazione. Si parla di 45 euro per ogni cavallo fiscale (che è tutt'altro cosa rispetto ai cavalli vapore).

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Nel Regno Unito, così come avviene in Francia e in Germania, lo Stato premia chi inquina meno e il valore dell’imposta è calcolato in base alle emissioni di CO2: sotto i 100 g/km non si paga nulla, mentre un'auto con un valore di CO2 compreso tra i 151 a 165 paga 180 sterline di bollo. In Spagna si segue il criterio dei cavalli fiscali, ma il costo varia molto a seconda delle varie città: a Madrid e Barcellona le tariffe nell'anno 2011 andavano da 22 euro per un massimo di 8 cavalli fiscali a 224 euro per i veicoli con oltre 20 cavalli fiscali.

In Belgio, invece, gli automobilisti pagano un’imposta di messa in circolazione al momento dell’acquisto e poi il bollo annuale. La tassa di circolazione si basa sulla cilindrata e sui cavalli fiscali del motore, ed è piuttosto alta: su un’auto di 1600 cc, per tornare all’esempio di prima, può costare ad esempio circa 280 euro. Quanto alla tassa di messa in circolazione un’auto con una potenza di 88 kw paga poco meno di 500 euro, ma il costo sale vertiginosamente se si acquistano auto più potenti: per le vetture con potenza da 121 a 155 Kw (una berlina di classe medio alta) il costo è di 2478 euro, se la potenza supera i 155 kw si arriva addirittura a 4957 euro.

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