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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia Italia

Bonus autonomi: prima 600 euro poi altri 1000 ma non per tutti (e arriva il ripescaggio)

I dati sono contenuti nella relazione tecnica che accompagna il decreto legge rilancio e che concede anche un "ripescaggio" per i più distratti

Il bonus autonomi è confermato a 600 euro per il mese di aprile, e interessa una platea di 4,9 milioni di soggetti, mentre a maggio salirà a 1.000 euro, ma solo per 1,1 milioni di lavoratori. Il crollo del numero di beneficiari è dovuto all'inclusione, nel mesi di aprile, dei lavoratori autonomi gestione speciale Ago (oltre 3 mln di soggetti) , che invece non risultano nell'elenco dei percettori del bonus nel mese successivo.

La terza mensilità non andrà infatti a commercianti e artigiani (circa 3 milioni) che avranno accesso al ristoro a fondo perduto.

Risultato: la spesa per aprile è stimata in 2,9 miliardi di euro mentre per maggio non arriva a un miliardo (934,4 mln), per un totale di 3,8 miliardi di euro.

I dati sono contenuti nella relazione tecnica che accompagna il decreto legge rilancio che concede anche un "ripescaggio" per i più distratti:  per ripresentare le domande relative a marzo 15 giorni dall’entrata in vigore del Dl Rilancio

Bonus autonomi maggio: gli importi

  • il bonus salirà a 1000 euro per 656mila autonomi (di cui 208mila stagionali del turismo);
  • bonus di 1000 euro per i liberi professionisti iscritti alla gestione separata Inps ma solo se si autocertifica un calo del reddito a marzo-aprile 2020 di un terzo rispetto allo stesso periodo del 2019.
  • il bonus restertà a 600 euro per 95mila lavoratori dello spettacolo;
  • 600 euro per i 369mila lavoratori che hanno avuto il bonus di marzo attraverso il Fondo per il reddito di ultima istanza.
  • 600 euro ma con modalità di accesso da definire, il bonus per i professionisti ordinistici iscritti alle Casse private.

Un bonus da 500 euro ad aprile e maggio è riconosciuto inoltre ai lavoratori domestici con contratti di lavoro superiori alle 10 ore settimanali, ma non conviventi.

Ristoro diretto per mini e piccole imprese

A sostegno dei soggetti titolari di reddito di impresa e di lavoro autonomo, nonché dei titolari di partita Iva, il Decreto rilancio prevede un ristoro diretto determinato applicando una percentuale alla differenza fra il fatturato e i corrispettivi aprile 2020 con quelli riconducibili al mese di aprile 2019.

  • il 20% per ricavi o compensi non superiori ai 400mila euro;
  • il 15% per ricavi o compensi compresi fra i 400mila euro e 1 mln;
  • il 10% per ricavi o compensi compresi fra 1 e 5milioni.

Il ristoro spetta alle imprese con ricavi non superiori a 5 milioni di euro e per le imprese che abbiano un fatturato e corrispettivi del mese di aprile 2020 inferiore ai 2/3 dell'ammontare dello stesso periodo dell'anno 2019.

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