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Martedì, 23 Aprile 2024
Economia

Rivoluzione buoni pasto: ridotte le esenzioni per i ticket cartacei

L'intenzione del governo è di riordinare il sistema delle esenzioni per favorire i buoni elettronici. Tra le misure allo studio anche la tassa sulla plastica e lo stop alle detrazioni per chi guadagna più di 120mila euro

Anche i buoni pasto entrano nella manovra. Nel Documento programmatico di bilancio viene infatti spiegato che l’intenzione dell’esecutivo è quella di ridurre le esenzioni vigenti per i buoni pasto cartacei e aumentarla per i buoni pasto elettronici. Che cosa dobbiamo aspettarci? Secondo la legge oggi in vigore, "le somministrazioni di vitto da parte del datore di lavoro" fino "all'importo complessivo giornaliero di euro 5,29, aumentato a euro 7 nel caso in cui le stesse siano rese in forma elettronica" non concorrono a formare reddito e dunque non sono tassate.

Dal 2020 il limite di 5,29 euro dovrebbe scendere a 4 euro, mentre l’esenzione per i buoni elettronici sarà aumentata da 7 a 8 euro. Insomma, per i ticket restaurant c’è aria di rivoluzione anche se la novità potrebbe non piacere ai tanti dipendenti che fanno affidamento sui buoni da 5,29 euro. 

La tassa sulla plastica

Un’altra delle misure che stanno facendo discutere è la così detta tassa sulla plastica. Dal 1° giugno 2020, il governo introdurrà infatti un balzello di un euro per ogni chilo di imballaggio di plastica. Il gettito previsto da questa nuova imposta è di due miliardi di euro.

Confindustria ha criticato duramente il provvedimento in quanto "non ha finalità ambientali, penalizza i prodotti e non i comportamenti e rappresenta unicamente un'imposizione diretta a recuperare risorse ponendo ingenti costi a carico di consumatori, lavoratori e imprese". Secondo gli industriali il rischio è dunque che il costo di questa tassa finisca per ricadere anche sui consumatori. 

Aumento dell'imposta ipotecaria (anche sulla prima casa)

 Altro provvedimento discusso è l’aumento delle imposte ipotecaria e catastale sui trasferimenti immobiliari soggetti all'imposta di registro (prima casa, altri immobili) da euro 50 a euro 150 ciascuna.

Tasse in aumento per gli affitti a canone concordato

E poi c’è allo studio anche un aumento dal 10% al 12,5% sugli affitti a canone concordato, la così detta cedolare secca. Confedilizia ricorda che l'aliquota è attualmente pari al 10 per cento per effetto della decisione del Governo Renzi nel 2014, confermata dal Governo Gentiloni nel 2017, e "la sua misura ridotta è motivata dalla finalità di favorire l'accesso all'abitazione da parte delle famiglie che non possono rivolgersi al libero mercato". "Se il Governo confermerà questa decisione - ha dichiarato il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa - sarebbe un clamoroso autogol. La cedolare sugli affitti calmierati è una misura sociale, condivisa da forze politiche, sindacati inquilini, operatori ed esperti del settore immobiliare".

Stop alle detrazioni per i redditi sopra i 120mila euro

Rivoluzione in vista anche sulle detrazioni fiscali. Sarà infatti introdotta una soglia di reddito (tra i 100 e 120 mila euro) oltre la quale l'agevolazione Irpef relativa agli oneri detraibili al 19% si azzererebbe con gradualità. Saranno risparmiate solo le detrazioni per gli interessi passivi sui mutui. In sostanza chi ha un reddito superiore ai 120mila non potrà più "scaricare" dal 730 molte delle spese che fino ad oggi erano detraibili, dalle spese mediche allo sport per i figli. 

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