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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Evasione fiscale "come la mafia" e carcere per chi non paga le tasse: novità in arrivo

Oggi la confisca di beni ‘per sproporzione’ è possibile per chi si rende responsabile di gravi reati come associazione per delinquere di stampo mafioso: diventerà un'opzione anche in caso di evasione. Calano soglie di punibilità, rischio carcere per chi non paga le tasse

L'evasione fiscale in Italia è una piaga. Il governo Pd-M5s prova a cambiare marcia, e lo fa con un piano molto ambizioso, simbolicamente importante. C'è infatti nel dl fiscale la stretta sui grandi evasori. Ovvero soglie di punibilità più basse (scendono fino a 50mila per omesso versamento di ritenute dovute o certificate, mentre passano da 150 a 100mila per il reato di dichiarazione infedele) e aumento delle pene fino a otto anni. E se è vero che l'attuale disciplina prevede già il carcere per i grandi evasori, con il giro di vite in arrivo il rischio di finire dietro le sbarre aumenta. Ma ci sono anche altri cambiamenti in arrivo.

Evasione "come la mafia": confisca dei beni

Il fisco procederà alla confisca di beni 'per sproporzione' nel caso di condanna penale per evasione di imposte sui redditi e Iva. E' una delle norme prevista dalla bozza del decreto fiscale collegato alla manovra. La norma punta a colpire le organizzazioni criminali che fondano la propria capacità operativa sull'abilità di accumulare, occultare e reimpiegare proventi illeciti. La confisca, che di fatto estende le norme antimafia, scatta quando il condannato non può giustificare la provenienza dei fondi accumulati.

Nella bozza del dl fiscale circolata nelle ultime ore la stretta mancava, al punto da alimentare i rumors su una frenata del governo e su presunte tensioni tra i ministeri della Giustizia e dell'Economia. Ma Adnkronos è entrata in possesso della parte della bozza sul provvedimento in questione che via Arenula ha trasmesso a via XX settembre.

La novità sarebbe grossa, è bene ribadirlo. Oggi come oggi la confisca di beni ‘per sproporzione’ è possibile per chi si rende responsabile di gravi reati come l’associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, corruzione, concussione: diventerà un'opzione in mano alla giustizia anche nel caso di condanna penale per evasione di imposte sui redditi e Iva. 

Manovra 2020, 3,3 miliardi dalla stretta sull'evasione

La stretta contro l'evasione fiscale, già nelle prime norme indicate nella bozza del decreto fiscale, potrebbe portare in dote alla manovra fino a 3,3 miliardi. Una stima ottimista, certo. Ma la speranza di una manovra "espansiva" si basa anche su questo.

Si va di fretta. Le misure per contrastare l'evasione fiscale lunedì saranno sul tavolo del Cdm: "Certo che le inseriremo", conferma all'Adnkronos la viceministra all'Economia Laura Castelli. 

"Attraverso l’aumento dei limiti edittali e la riduzione delle soglie di punibilità attualmente vigenti - si legge nella bozza - si propone il rafforzamento complessivo del sistema delineato dal decreto legislativo 10 marzo 2000, n. 74, ampliando gli strumenti penali di repressione dei fenomeni di evasione delle imposte dirette e sul valore aggiunto".

Fisco, le pene diventano più severe

Altri particolari emersi dalla bozza analizzata da Adnkoronos: la pena per dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni esistenti passa da un minimo di un anno e sei mesi a un massimo di sei anni, attualmente in vigore, a un minimo di 4 anni e a un massimo di 8; la dichiarazione infedele, finora punita da uno a tre anni verrà punita da due a cinque anni, mentre l'omessa dichiarazione passa da una pena che va da un anno e sei mesi a quattro anni attualmente fissato a una pena detentiva da due a sei anni.

Pene severissime anche per occultamento o distruzioni contabili di documento, con un innalzamento che va da un anno e sei mesi a sei anni attualmente vigente a un minimo di tre e a un massimo di sette. Per l'omesso versamento di ritenute dovute o certificate e il reato di omesso versamento di Iva scendono le soglie di punibilità, nel primo caso passando dagli attuali 150mila a 50mila, nel secondo da 250mila a 100mila.

Le altre misure contenute nella bozza del decreto vanno dalla decurtazione dei rimborsi fiscali da eventuali debiti con l’erario già diventati cartelle esattoriali alla confisca dei patrimoni non giustificati dal reddito dichiarato allargata ai casi di condanna o patteggiamento per i reati tributari.

Fisco, ora i controlli sono "inevitabili": che cosa cambia

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