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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

Sacchetti a pagamento, parla la produttrice: "Nessun favore politico, il brevetto è nostro"

Catia Bastioli, amministratrice delegata del gruppo Novamont, intervistata dal Corriere della Sera: "Accuse vergognose, così si offende il lavoro di questi ultimi vent'anni"

Non si placa la polemica sui sacchetti biodegradabili per gli alimenti freschi e sfusi nei supermercati, obbligatori dal 1° gennaio 2018 e a pagamento per i consumatori. Dopo le accuse dei quotidiani Il Giornale e Libero, anche sui social network sta girando un messaggio complottistico dalla dubbia provenienza secondo cui la legge che impone le biobuste anche per ortofrutta, affettati e pesce sarebbe un regalo a "un'amica di Renzi, che è l'unica a produrre questo tipo di sacchetti biodegradabili".

La donna chiamata in causa è Catia Bastioli, amministratrice delegata del gruppo Novamont che realizza il cosiddetto Mater-Bi, la materia prima con la quale i produttori, circa 150 aziende in tutta Italia, realizzano sacchetti biodegradabili ultraleggeri. L'ad di Novamont al centro delle polemiche parla di una "tesi oltraggiosa e vergognosa" in un'intervista al Corriere della Sera.

"Che si possa connotare politicamente la volontà del governo di recepire una direttiva comunitaria denota a che punto siamo arrivati. Fare carne da macello, per finalità prettamente elettorali, di un brevetto nostro e di una tecnologia patrimonio per il Paese a livello mondiale, offende il lavoro di questi ultimi venti anni".

Ammetterà che questa misura la avvantaggia, chiede l'intervistatore. "Questo è un settore che sta crescendo. I nostri materiali sono in grado di creare un compost con l’organico in grado di concimare i terreni, senza disperderlo nelle discariche", risponde Bastioli.

"Sì, siamo gli unici in Europa a varare una riforma simile e ne andiamo fieri. Siamo una penisola, sentiamo forte il pericolo della plastica in mare. Abbiamo fatto una serie di provvedimenti che ci pongono come esempio nel mondo". Così il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, intervistato da Repubblica sul caso dei sacchetti bio a pagamento per frutta e verdura. "Sacchetti da casa? Solo se sono contenitori nuovi. E’ l’interpretazione che darà il ministero della Salute nei prossimi giorni. Le norme igienico sanitarie non cambiano. Io rivendico la bontà del provvedimento ambientale: ho fatto una scelta chiara e trasparente per evitare abusi, e ne assumo la titolarità. Oggi il consumatore sa quanto paga: tra 1 e 2 centesimi, cifra irrisoria in un anno. Se non avessimo fatto la scelta di metterlo in chiaro, il costo sarebbe finito nel prezzo di vendita. L’aumento poteva anche essere molto più elevato, e c’è un dovere di trasparenza verso il consumatore".

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