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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

Coronavirus, sul deficit sono tutti d'accordo: bisogna sforare

Governo al lavoro per contenere i danni sull'economia. Gualtieri annuncia un pacchetto di risorse aggiuntive da 3,6 miliardi. Conte: "Chiederemo al parlamento un ampliamento del defcit in accordo con l'Ue". La Lega pronta a votare la risoluzione

Quanto ci costerà in termini economici l’emergenza coronavirus? Allo stato attuale è difficile fare previsioni, ma di sicuro l’impatto sui conti sarà pesante. Secondo le valutazioni di Ref Ricerche, l’epidemia e soprattutto le misure adottate per contenerla causano nel breve termine un minor pil compreso tra 9 e 27 miliardi, a seconda delle ipotesi adottate sull’entità delle perdite e dei guadagni nei diversi settori. Si tratta comunque di stime che potrebbero variare anche considerevomente.

Gualtieri: "Pacchetto straordinario da 3,6 miliardi"

Intanto ci si attrezza per attutire il colpo. "Entro venerdì prossimo - ha annunciato oggi il ministro dell’economia Gualtieri a 'Repubblica' - vareremo un decreto legge per il sostegno dell'economia per tutti i territori e i settori colpiti, in tutto il territorio nazionale. Sarà un pacchetto di risorse aggiuntive e straordinarie da 3,6 miliardi, pari allo 0,2% del Pil".

Il provvedimento, spiega Gualtieri, "conterrà interventi a tutti i livelli, che concorderemo nei prossimi giorni conle parti sociali, le associazioni di categoria e gli enti locali. Abbiamo in mente diverse ipotesi. Dal credito d'imposta per le aziendeche abbiano subito un calo del fatturato superiore al 25%, come si è fatto per il terremoto, a riduzioni delle tasse. Dal contributo aggiuntivo per i fabbisogni operativi del servizio sanitario nazionale alla Cassa integrazione in deroga. Nessuno dovrà restare senza cure o perdere il lavoro per il coronavirus".

Conte: "Serve ampliamento del defcit in accordo con l'Ue"

Per effetto dell nuove spese, non preventivate in manovra, rapporto tra entrate ed uscite sembra destinato ad impennarsi. Tanto che da più parti ormai si chiede lo sforamento del deficit concordato con l’Ue. Lo stesso premier Conte, in un’intervista al 'Fatto Quotidiano', ha detto di voler chiedere l’autorizzazione al Parlamento "per ampliare il deficit. E chiederemo - ha aggiunto - di poterlo fare, in accordo con le autorità europee".

Salvini: "La Lega disponibile a votare risoluzione, servono 20 miliardi"

Su questo punto non sembrano esserci particolari distinguo tra destra e sinistra: Salvini ha già fatto sapere che "la Lega è disponibile a votare una risoluzione che permetta di sforare il deficit. Noi siamo una forza politica responsabile e quindi sosterremo il Governo in quella che riteniamo sia la direzione doverosa a sostegno di imprese e famiglie, purché venga intrapresa con decisione, cioè per una cifra di almeno 20 miliardi, e con l’impegno di serie riforme e la modifica dei vincoli economici attualmente in vigore".

Bonaccini: "Contrattare con l'Ue"

Dello stesso avviso il presidente dell’Emilia Romagna Bonaccini. "Ho detto al Governo italiano che serve sforare il deficit, bisogna che in Europa si vada a contrattare e per questo bisogna azzerare le polemiche. È necessario lavorare tutti insieme" ha affermato il governatore ospite a 'Stasera Italia', su Rete 4. "Bisogna avere con l'Europa un atteggiamento consono - ha aggiunto Bonaccini -, evitare insulti e di rappresentare il nostro Paese come un Paese che litiga, o addirittura accusa altri di ciò che dobbiamo fare noi". La politica, sottolinea Bonaccini, "deve restare unita: più il Paese è unito, evitando divisioni geografiche e politiche, più in un momento così saremo credibili per ottenere ciò che in un momento simile credo sia giusto".

Dalle regioni del nord la metà del Pil nazionale

Secondo la Cgia, "se l'emergenza coronavirus dovesse diffondersi a dismisura in tutte le regioni del Nord e durasse qualche mese, come hanno ipotizzato molti esperti di virologia, il rischio che una buona parte dell'economia nazionale si fermi è alquanto probabile". Dall'Ufficio studi della Cgia segnalano che in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Liguria viene 'generata' la metà del Pil nazionale e del gettito fiscale che finisce nelle casse dell'erario; vi lavorano oltre 9 milioni di addetti occupati nelle imprese private (pari al 53 per cento del totale nazionale); da questi territori partono per l'estero i 2/3 delle esportazioni italiane e si concentra il 53 per cento circa degli investimenti fissi lordi. 

"Molti settori produttivi sono allo stremo"

Oltre alle misure urgenti che interessano le attività e i contribuenti che rientrano nei Comuni ubicati nella cosiddetta zona rossa, sottolinea la Cgia di Mestre, "è altresì necessario che l'esecutivo metta a punto una misura strutturale che interessi tutta l'economia" e quindi in particolare rifinanziare Cigo e Cigs, ridare credito alle Pmi e fare in modo che la Pa paghi i suoi debiti. "Il danno di immagine provocato al nostro Paese dal coronavirus è alquanto pesante. Molti settori produttivi - segnala il coordinatore dell'Ufficio studi Paolo Zabeo - sono già allo stremo, per questo chiediamo al governo di approvare subito un intervento di medio-lungo termine che preveda il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali e l'estensione degli stessi ai settori che oggi ne sono sprovvisti, si rafforzino le misure di accesso al credito delle Pmi e la Pubblica Amministrazione paghi tutti i debiti che ha contratto con i propri fornitori".

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