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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Coronavirus, Coop chiude 1.100 supermercati nelle prossime due domeniche

Il 22 e il 29 marzo rimarranno chiusi oltre mille punti vendita sparsi sul territorio nazionale: ''La riteniamo una misura doverosa per limitare la concentrazione durante la domenica''

Ben 1.100 punti vendita Coop, sparsi sul territorio nazionale, rimarranno chiusi per le prossime due domeniche: il 22 e il 29 marzo 2020. La notizia è stata ufficializzata in una nota dell'azienda: ''La riteniamo una misura doverosa per contribuire a limitare le presenze per strada diluendo gli acquisti delle famiglie durante i giorni feriali della settimana e impedendone la concentrazione durante la domenica e, contemporaneamente per venire incontro alle necessità dei colleghi che operano nei punti vendita e che potranno così ottenere una pausa in grado anche di attenuare la tensione delle scorse settimane''. 

La decisione a livello nazionale, spiega ancora Coop nella nota, ha una duplice valenza: rispondere alle esigenze del personale che lavora nei punti vendita e limitare ulteriormente le uscite da casa delle persone in linea con le indicazioni del Governo. "Sarà utile per avere una pausa in più in grado di attenuare la tensione delle scorse settimane. La misura è ovviamente eccezionale e limitata",conclude la nota.

Coronavirus, Alleanza Coop: ''Protezione per  500mila lavoratori''

"Assicurare dpi anche agli oltre 500.000 lavoratori delle cooperative. Inaccettabile che siano in trincea a mani nude".

La sollecitazione al governo arriva da Alleanza Coop: "Grande rispetto, apprezzamento e riconoscenza per l'attività eroica che il personale medico e infermieristico sta portando avanti negli ospedali e per tutto lo straordinario lavoro della nostra rete di Protezione Civile. Ma non sono gli unici. Al loro fianco, in trincea, ci sono tanti soci e tanti lavoratori delle cooperative che si fanno carico di affiancare le strutture sanitarie nei servizi di pulizia e di sanificazione e di assistere direttamente le persone più fragili, molto spesso non autosufficienti. Tante donne e tanti uomini, oltre 500.000 che meritano altrettanto rispetto, perché si fanno carico di bisogni emergenziali con enormi sacrifici e senza avere sempre gli strumenti di sicurezza che sono introvabili", dice in una nota. 

"Si tratta di tutta la rete sociale e sanitaria allestita dalle cooperative che eroga servizi domiciliari, che segue persone anziane, minori, persone con disabilità sia presso le residenze sia a domicilio, che gestisce comunità psichiatriche, sostiene persone con dipendenze, senza fissa dimora e accoglienza, migranti, che garantisce i servizi essenziali per le famiglie e che rischia di andare in collasso "

È questo il momento della responsabilità: ci stiamo adoperando per reperire dispositivi di protezione individuale nelle prossime ore per tutti i soci e il personale delle cooperative, ma chiediamo anche attenzione alle autorità pubbliche per avere gli strumenti necessari e per fare il nostro lavoro. Vogliamo lavorare, ma nella sicurezza. È giusto così ed è giusto che valga per tutti. Un appello specifico lo rivolgiamo anche al sindacato a cui chiediamo di stare al nostro fianco in questa importante battaglia per la sopravvivenza che riguarda ciascuno di noi riconoscendo il ruolo essenziale della cooperazione".

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