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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Fase 2 e ristoranti, quanti posti andrebbero persi con le nuove regole

Secondo l'Ufficio studi del Fipe, con quattro metri per cliente i ristoranti italiani perderebbero 4 milioni di posti a sedere, il 60% del totale. Ecco gli altri possibili scenari

Tra i settori più danneggiati dall'emergenza coronavirus e più preoccupati per le modalità di riapertura nella cosiddetta fase 2 c'è senza dubbio quello della ristorazione. Secondo le indiscrezioni  sulle linee guida, tutte da confermare, che dovrebbero trovare spazio nel prossimo decreto, i ristoranti potranno sfruttare gli spazi all'aperto, mentre al chiuso ci vorranno quattro metri per ogni cliente. La bozza con le misure di distanziamento previste dal Governo ha subito messo in allarme la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi: ''Se queste indiscrezioni venissero confermate, i ristoranti italiani perderebbero in un sol colpo 4 milioni di posti a sedere, ovvero il 60% del totale''.

Infatti, secondo i dati analizzati dall'Ufficio studi del Fipe, la ristorazione italiana è infatti composta da piccole attività, che hanno in media una superficie di 90 metri quadrati e 62 posti a sedere. Un posto a sedere ogni 0,7 metri quadri, che scende a 0,6 nei locali più piccoli, ma che, con la previsione dei 4 metri quadri di distanziamento tra i commensali, scenderebbe sotto lo 0,3.

"Questa non è una soluzione, ma un serio ostacolo alla ripresa della nostra attività lavorativa - sottolinea Aldo Cursano,Vicepresidente vicario di Fipe - noi abbiamo dato la nostra disponibilità da settimane a discutere di maggiori spazi all'esterno, di distanze ragionevoli tra i tavoli, di dispositivi di protezione individuale e possiamo anche valutare, se necessario, di installare delle paratie tra un tavolo e l'altro". "Ma il governo non può chiederci - aggiunge - di mantenere 4 metri quadri di distanza tra commensali dello stesso tavolo. Altrimenti avremmo ristoranti con solo tavoli da uno".

Fase 2 e ristoranti, i possibili scenari

Per questo la Fipe ha simulato anche altri due scenari. Se il governo decidesse di distanziare i tavoli di 4 metri lineari l'uno dall'altro, la perdita di posti a sedere sarebbe di 3,5 milioni, ovvero la metà dei 7 milioni attualmente disponibili nei ristoranti italiani. Se invece si optasse per i due metri di distanza tra i tavoli, senza distanziamento tra i commensali allo stesso tavolo, la perdita sarebbe del 30% dei coperti.

"Quest'ultimo è l'unico scenario sostenibile -sottolinea Cursano- il solo in grado di permettere agli imprenditori del settore di continuare a lavorare, magari recuperando una parte dei posti a sedere persi, occupando lo spazio al di fuori dei locali. Mi auguro che sia il governo sia i presidenti delle Regioni tengano bene a mente questi calcoli prima di prendere una decisione definitiva''.

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