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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia Italia

Coronavirus, recessione selettiva: ecco dove la crisi economica colpirà più duro

Gli effetti della crisi economica si sentiranno di più nelle città del Nord Italia mentre la recessione dovrebbe avere un impatto più lieve nel Mezzogiorno. Un'analisi Cerved per Anci svela l'impatto del coronavirus: 3 milioni di posti di lavoro a rischio

Dopo la crisi sanitaria da coronavirus potè la recessione: superato il lockdown l'Italia si trova in una difficile condizione di ripartenza ma ad essere più in difficoltà sono alcune aree del Paese piuttosto che altre. Lo rileva uno report redatto per l'Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci) da Cerved grazie ai dati sui bilanci delle imprese, .

"L’impatto di Covid-19" sarà più forte nei centri urbani del Nord, mentre ne risentiranno in modo decisamente più contenuto quelli nel Mezzogiorno. Come spiega il sindaco di Bari e presidente dell'Anci Antonio Decaro una conseguenza del calo di fatturato che colpiranno alcuni settori di impresa che caratterizzano in particolare alcune città del Nord Italia.

Già persi 400mila posti di lavoro, 140mila in emergenza mutuo

Torino, Venezia, Genova e Cagliari sono le città metropolitane che in termini percentuali risentiranno di più delle conseguenze della pandemia, a causa della sofferenza di settori fondamentali nella loro economia (in ordine: automotive, turismo, trasporto marittimo e raffinazione petrolifera). Al contrario, Catania e Bari, ma anche Bologna e Milano (che però è la più colpita in valori assoluti), sembrano meno esposte alle perdite, sia in uno scenario soft senza ulteriori lockdown, sia in uno scenario hard con altri periodi di chiusura fino a fine anno.

Secondo Cerved, tra i principali operatori nella gestione del rischio di credito, le città metropolitane potrebbero subire nel prossimo biennio una perdita di fatturato dai 244 ai 320 miliardi di euro, quasi la metà del totale nazionale, a seconda dell'evoluzione del contagio e della "specializzazione" dell'economia locale. Nel caso soft, perderebbero quest'anno l'11,8% dei ricavi (un po' meno della media italiana, -12,7%), con un rimbalzo nel 2021 del 10,2% che non riporterebbe però i fatturati ai livelli del 2019 (-2,8%); in quello hard, la caduta dei ricavi sarebbe maggiore (-16,4%), anche se sempre inferiore alla media (-18,0%), e con un gap più ampio rispetto al 2019 (-4,3%).

Torino la città più colpita dalla crisi economica

Nel 2020 la città più colpita in termini percentuali risulta essere Torino, che registra un calo dei ricavi del 14,4% nel caso soft e del 20,2% in quello hard, seguita da Venezia (13,8% e 19,2%), Genova (12,5% e 17,9%) e Cagliari (12,4% e 18,2%), che alternano terzo e quarto posto in base allo scenario. Seguono Messina (-12,4% e -17,7%), Napoli (-12% e -17,5%), Firenze (-12% e -17,2%) e Palermo (-12% e -17,1%), che però nello scenario peggiore è, insieme a Venezia, quella che chiuderà il 2021 con lo scarto maggiore sul 2019 (-5,7%). Ancora: Roma (-11,8% e -16%), Bologna (-11,2% e -15,8%), Milano (-11% e -15,4%) e Reggio Calabria (-11% e -16%, quindi al livello di Roma nello scenario hard). Chiudono la classifica Bari (-10,6% e -15,1%) e Catania (-9,4% e -13,2%).

L'ordine cambia se invece si considerano i valori assoluti della perdita di fatturato: un valore dirrettamente correlato alla dimensione dell'economia. Secondo Cerved le maggiori perdite di fatturato nel biennio 2020-21 riguarderebbero Milano (da 74 a 97,6 miliardi di euro in meno in base allo scenario), Roma (da 63,2 a 82,4), Torino (da 26 a 34), Bologna e Napoli, entrambe da 15,4 a oltre 20 miliardi, Firenze (da 13,5 a 17,7), Genova (da 9,2 a 12,5) e Venezia (da 9 a 11,7).

Coronavirus, gli effetti sull'economia

Come si evince dalla ricerca gli effetti più pesanti in termini di fatturato riguardano le zone con la maggiore concentrazione di attività in cui è difficile rispettare le norme di distanziamento, legate alla mobilità o con un forte calo dell’export. Un’altra chiave di lettura riguarda l’occupazione: in questo caso è Venezia la città che in percentuale risulta più esposta allo shock, con 73.500 dipendenti nelle attività a maggiore impatto (42,6%), seguita da Messina (17.500, il 41% del totale) e Napoli (oltre 133.000, il 39,1% del totale). Paradossalmente Milano, con quasi 307.000 dipendenti a rischio, risulta ultima (29%).

In totale sono 3 milioni e mezzo gli addetti impiegati in settori ad alto rischio.

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I settori più colpiti? A Torino l'automotive, Venezia risentirà del calo del turismo, così come Messina, Napoli e Cagliari. A Firenze il crollo riguarda la pelletteria e valigeria, a Genova i trasporti marittimi. A Roma le perdite più consistenti si registrano nella distribuzione di carburanti, a Milano, nei concessionari di autoveicoli e motocicli.

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Rapporto cerved impatto economico coronavirus (pdf)

Come si evince prioritario sarà scongiurare un nuovo lockdown. Se dal lato sanitario in autunno non saranno ancora pronti i 3800 letti di terapia intensiva e 4.225 in sub intensiva previsti dal piano del ministero della salute, così come difficilmente potranno entrare in servizio i quasi 10mila infermieri di famiglia, in assenza di una cura specifica, una recrudescenza dell'epidemia di Covid-19 potrebbe impattare pesantemente sull'economia, con dati ben peggiori.

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