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Venerdì, 29 Marzo 2024
Crisi

Altra mazzata per il commercio tradizionale, volano le vendite on line

Soffrono sia i piccoli negozi che la grande distribuzione, mentre a gennaio il commercio elettronico ha fatto registrare un aumento del 2,4%

Soffre il commercio tradizionale (compresa la grande distribuzione), vola quello on line. L’Istat per la prima volta amplia il campo d’osservazione al commercio elettronico e i dati che emergono non sono confortanti. Anzi, suscitano più di un interrogativo. A gennaio  il valore delle vendite al dettaglio è diminuito dell’1,2% sia per la grande distribuzione sia per le imprese operanti su piccole superfici, mentre il commercio elettronico ha registrato un aumento del 2,4% dallo 0,9% di dicembre. Che ne sarà di negozi e piccole botteghe (e se le cose stanno così anche dei grandi supermercati) se le vendite on line dovessero continuare a crescere a questo ritmo?

La diffusione a livello nazionale di dati sul commercio elettronico, sia come indice specifico che come nuova componente dell’indice generale delle vendite al dettaglio, prende avvio – ha spiegato l’Istituto – con i dati riferiti a gennaio 2018 ma con serie storica disponibile a partire da gennaio 2015.

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Gli indici sul commercio elettronico, il cui peso sull’indice generale è pari all’1,9%, misurano l’andamento delle vendite online effettuate da imprese o stabili organizzazioni residenti in Italia a controllo nazionale o estero, la cui attività economica prevalente o esclusiva è la vendita al dettaglio attraverso internet.

La crisi dei piccoli negozi

Come vengono effettuate le rilevazioni

Si tratta, dunque, "di un indicatore sulle vendite delle imprese del settore commerciale residenti nel nostro Paese e non di un indicatore degli acquisti effettuati tramite internet dai consumatori residenti. Pertanto, se un consumatore, residente in Italia, acquista mediante un sito internet appartenente a un’impresa residente all’estero, questo non si rifletterà sull’indicatore qui presentato; diversamente, se un consumatore, residente o meno nel nostro Paese, acquista tramite internet su un sito gestito da un’impresa residente in Italia, questo verrà colto nell’indicatore di commercio elettronico".

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Come per le vendite tramite i canali tradizionali, anche per quelle tramite internet si considerano solamente le transazioni che hanno come destinatari i consumatori finali e come oggetto i beni di consumo, con alcune importanti eccezioni: le vendite di autoveicoli e motoveicoli, che sono comprese in una diversa voce della classificazione Ateco, nonché i carburanti. Di conseguenza, oltre a queste ultime voci, sono escluse dalle vendite online tutte le prestazioni di servizi tramite internet.

La crisi dei piccoli negozi

L'emorragia di piccoli negozi e attività di vicinato sembra dunque destinata a continuare. Secondo Confcommercio negli ultimi dieci anni i negozi sono calati di quasi 63mila unità (-10,9%) a fronte di un aumento di quasi 40mila unità (+13,1%) di alberghi, bar e ristoranti e di una crescita del 77,6% del commercio online o porta a porta. Nei centri storici di 120 città medio-grandi - ad esclusione di Roma, Napoli e Milano che non sono state inserite nell’analisi - la riduzione dei negozi è stata dell’11,9%. E sono spariti soprattutto negozi tradizionali, come quelli alimentari e dell'abbigliamento.

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