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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia Verona

Melegatti, si rischia un Natale senza pandoro: “Nuovi soci o si chiude”

L'azienda veronese che ha brevettato il celebre dolce natalizio si trova sull'orlo del baratro. A Today le parole della segretaria Flai Cgil di Verona, Paola Salvi: “Dobbiamo evitare il fallimento e salvare i lavoratori”

Lo storico pandoro Melegatti rischia di non arrivare a Natale. I due stabilimenti situati nel veronese, quello storico di San Giovanni Lupatoto e quello nuovo di San Martino Buon Albergo, sono chiusi da giorni, con la produzione che è completamente bloccata. Una situazione controversa in cui l'azienda rischia la chiusura e gli operai il loro posto di lavoro. Ma come può un marchio storico come Melegatti essere finito in un baratro simile? 

Lo abbiamo chiesto a Paola Salvi, segretaria della Flai Cgil di Verona, che si sta occupando da vicino del caso Melegatti: “Tutto parte da diverse scelte strategiche sbagliate. Decisioni prese dagli attuali vertici della società che hanno mandato in rosso i conti, tanto da non poter pagare gli stipendi agli operai e le materie prime ai fornitori”. 

Stipendi e fornitori non pagati

Il terremoto che sta travolgendo la Melegatti è stato portato alla luce proprio dai dipendenti, che stanno ancora aspettando gli stipendi di agosto e settembre, ma come conferma Paola Salvi, la situazione critica era iniziata tempo prima, dall'apertura dello stabilimento di San Martino Buon Albergo per produrre merendine: “Non potendo puntare soltanto sul periodo natalizio, l'azienda ha deciso di avviare la produzione di brioche da vendere durante tutto l'anno, ma l'apertura del nuovo stabilimento, avvenuta il 5 febbraio di quest'anno, l'acquisto di macchinari molto costosi e l'assunzione di nuovo personale, ha richiesto delle risorse economiche superiori a quelle in possesso dell'azienda. Hanno fatto il cosiddetto 'passo più lungo della gamba'”. 

Melegatti in crisi, operai in sciopero

I soldi per aprire la nuova fabbrica sono arrivati con un prestito di circa 15 milioni di euro, ma quando le banche hanno voluto indietro la somma, l'azienda non era riuscita a rientrare di tutte le spese, trovandosi nella posizione di non poter pagare lavoratori e fornitori. 

Il destino dei lavoratori

Per l'Italia, perdere un marchio storico come Melegatti sarebbe grave, ma al momento quelli che ne pagheranno il prezzo più alto sono gli oltre 250 lavoratori, tra dipendenti e stagionali, che rischiano di rimanere senza occupazione: “Stiamo lavorando proprio per scongiurare questa evenienza  - ha spiegato la segretaria della Flai Cgil – Evitare la chiusura è il primo passo, anche se al momento l'unica soluzione percorribile è l'arrivo di un acquirente o di un finanziatore, altrimenti si andrà verso un concordato, in cui l'azienda comunque finirà nelle mani di un nuovo proprietario. In quel caso il nostro lavoro continuerà per cercare di mantenere le medesime condizioni agli operai della Melegatti”. 

La crisi

E sono già molte le aziende, tra cui anche la Ferrero, che hanno messo gli occhi sui pandori Melegatti, ma al momento non risultano offerte ufficiali. Come detto in precedenza, non è una crisi iniziata qualche settimana fa, ma secondo Paola Salvi, è partita già da qualche anno: “Negli ultimi mesi si è andato avanti a singhiozzo, ma la crisi era già iniziata tanto tempo prima. Dopo la morte di Ronca è stato l'inizio della fine”.  La segretaria del Flai Cgil di Verona chiede segnali di vita dalla proprietà: “Bisogna iniziare un percorso per salvare la 'baracca'. Se i vertici della proprietà vogliono il bene dell'azienda devono fare un passo indietro, poi ci sarà bisogno di qualcuno che prenda le redini della situazione e che sappia dare garanzie ai fornitori e alle banche. Soltanto così si può ripartire e arrivare a Natale con un pandoro Melegatti”. 

Le soluzioni

La strada sembra in salita, ma un piccolo spiraglio c'è, anche secondo la Salvi: “Lo sciopero andrà avanti, ma io vedo un piccola luce alla fine del tunnel. Abbiamo incontrato gli azionisti di minoranza, che si sono tutti messi in movimento per cercare finanziatori e soluzioni alternative, ma ci vuole un segnale anche dalla parte della Melegatti. Il 30 ottobre dovrebbe tenersi una assemblea con tutti gli azionisti, ma al momento nulla è stato confermato, mancano ancora gli inviti ufficiali”.

Domani, 10 ottobre, è previsto un incontro in Prefettura con  i rappresentanti sindacali dei lavoratori dell'azienda dolciaria, al quale parteciperà anche l'amministrazione comunale di San Giovanni, con il sindaco che ha parlato della situazione sulle pagine di VeronaSera: “La prima cosa è essere al fianco di chi in questo momento è in difficoltà. L'amministrazione comunale ci sarà al tavolo di crisi del 10 ottobre sono state convocate le organizzazioni sindacali in rappresentanza dei lavoratori e la dirigenza della Melegatti”.

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