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Giovedì, 25 Aprile 2024
Commercio

La crisi inarrestabile dei negozi: volano le vendite on line

A luglio i dati del commercio al dettaglio fanno segnare un nuovo calo (-1,5%), l'ottavo consecutivo da dicembre scorso. Confesercenti: "La deregulation è stata inutile, gli italiani non hanno soldi"

Ne avevamo già parlato: mentre il commercio tradizionale boccheggia, le vendite on line crescono a ritmi vertiginosi. I dati di luglio non fanno che confermare questo trend: secondo l'Istat i numeri del commercio al dettaglio fanno segnare un nuovo calo (-1,5%), l’ottavo consecutivo da dicembre scorso, registrando da inizio anno una perdita in volume dell’1,6%. 

Su base annua, le vendite al dettaglio diminuiscono dello 0,6% in valore e dell’1,8% in volume. Le vendite di beni non alimentari registrano un calo dell’1,0% in valore e dell’1,5% in volume, mentre quelle dei beni alimentari sono in aumento in valore dello 0,2% e diminuiscono in volume del 2,1%. 

Dalla crisi del commercio tradizionale non si salva neppure la grande distribuzione, anche se in questo caso il calo è molto più contenuto. A crescere dunque è solo il commercio online, che segna il 12,7% in più da inizio anno.

Un vero boom - si legge in una nota di Confesercenti -, che però non basta a riportare in positivo il dato complessivo delle vendite: anche includendo i negozi elettronici, la variazione negativa in volume cumulata dal commercio nei primi sette mesi è il doppio di quella registrata solo il mese scorso, -0,6% contro -0,3%.

Da ciò si possono trarre due conclusioni: 1) gli italiani spendono sempre meno denaro; 2) il commercio on line continua a crescere a scapito di quello tradizionale.

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Calo dei consumi, pesa il clima di incertezza

A incidere è l’andamento non troppo brillante dei beni non alimentari che registrano da inizio anno variazioni negative sia in valore (-0,7%) che in volume (-0,7%). Ma il dato - sottolinea Confesercenti - segnala un clima complessivo ancora orientato all’incertezza: i consumatori hanno ridotto l’indice del clima di fiducia ad agosto di quasi un punto decimale, il potere d’acquisto nel primo trimestre si è ridotto di due decimali, c’è un’attesa sospesa anche sui provvedimenti economici che il nuovo governo vorrà o potrà effettivamente mettere in campo.

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"Mancano i soldi, non le occasioni per acquistare"

Secondo l’associazione degli esercenti, si tratta di dati che confermano l’inutilità della deregulation: "La liberalizzazione avrebbe dovuto proprio rilanciare i consumi delle famiglie offrendo maggiore servizio ai cittadini", ma "le vendite sono ancora sotto i livelli del 2011, e anche il servizio è diminuito". Manca però la controprova: cosa sarebbe successo senza liberalizzazioni? Nessuno ovviamente può dirlo. Confercenti però non ha dubbi: "Agli italiani mancano soldi e fiducia, non le occasioni per acquistare".

Confcommercio: restistono discount e commercio on line

"Si conferma il protrarsi della fase di debolezza della domanda, fenomeno che accomuna diversi paesi europei. A questa tendenza fanno eccezione solo poche forme distributive quali i discount e, soprattutto, il commercio elettronico che continua a mostrare tassi di crescita a due cifre". Questo il commento dell'Ufficio Studi Confcommercio ai dati sulle vendite al dettaglio a luglio diffusi oggi dall'Istat. La sempre maggiore diffusione degli acquisti via internet, continua la nota, "è presumibilmente alla base dei significativi incrementi registrati nel mese per gli elettrodomestici e Ict, in considerazione della concomitanza con un periodo di offerte particolarmente vantaggiose sulle piattaforme".

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"Il calo dei consumi è un campanello d'allarme"

La presenza di un quadro debole dei consumi, associato a andamenti non particolarmente positivi degli altri indicatori congiunturali, rileva Confcommercio, "rappresenta indubbiamente un campanello d'allarme per le dinamiche del terzo trimestre. Il profilo di moderato rallentamento dell'attività economia, già segnalato nella prima parte dell'anno, potrebbe presentare - conclude l'Ufficio Studi - un peggioramento a partire dai mesi estivi. Ciò avrebbe implicazioni negative anche sulle prospettive di consumi e pil nel 2019".

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I dati Istat, crescita molto contenuta

Del resto i dati sulla crescita economica diffusi proprio oggi dall’Istat non lasciano ben sperare. Nel secondo trimestre la crescita dell’economia italiana prosegue su ritmi più contenuti e inferiori a quelli dell’area euro. L’indicatore anticipatore si stabilizza sui livelli del mese precedente, suggerendo il mantenimento degli attuali ritmi di crescita dell’economia.

L’attuale fase ciclica risulta caratterizzata da una sostenuta espansione degli investimenti, dal contributo negativo della domanda estera netta e da una diminuzione della produttività del lavoro. La diffusione settoriale della crescita diminuisce nel settore manifatturiero a fronte di una stabilità nei servizi. L’inflazione è in ripresa, con una dinamica ancora inferiore a quella dell’area euro.

Viaggio nell'Italia dei piccoli negozi che rischiano di sparire

(Screenshot in alto dal sito dell'Istat)

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