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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Valtur, la crisi non va in vacanza

Il gruppo alberghiero ha aperto una procedura finalizzata alla liquidazione. A rischio centinaia di posti di lavoro. Il punto della situazione con Luca De Zolt della Filcams Cgil

Si fa sempre più grave la crisi di Valtur, il quarto gruppo alberghiero in Italia. L'azienda, che dal 2016 è controllata da Investindustrial, si trova in concordato preventivo liquidatorio da marzo 2018, mettendo così a rischio il posto di lavoro di centinaia di dipendenti. Dopo il fallimento dell'incontro avvenuto lo scorso 15 marzo al Ministero dello Sviluppo Economico tra Valtur e sindacati, la situazione sembra stia precipitando. 

Se la società dovesse continuare con il piano di liquidazione, potrebbero perdere il posto di lavoro sia le 100 persone impiegate nel quartier generale di Milano, sia gli oltre mille dipendenti che durante la stagione estiva lavorano nei villaggi turistici.  Per capire meglio cosa sta succedendo a questo colosso del turismo, Today ha intervistato Luca De Zolt della Filcams Cgil nazionale, che si sta occupando del caso Valtur.

Cosa sta succedendo a Valtur? 

"L’attuale proprietà di Valtur, la Investindustrial di Andrea Bonomi, ha aperto una procedura concorsuale presso il tribunale di Milano finalizzata alla liquidazione. Valtur ha 120 giorni dallo scorso 6 marzo per presentare il piano definitivo". 

Da dove nasce questa crisi? 

"Valtur ha una storia complessa: dopo il primo concordato che ha visto l’uscita di scena della famiglia Patti, ci sono stati tre anni di gestione commissariale e poi l’assegnazione alla Orovacanze di Franjo Ljuljdjuraj che certo non ha favorito un rilancio della società. Ljudjurai ha lasciato sicuramente una situazione debitoria e molte scelte organizzative, come quella della cooperativa di servizio OIL, poi fallita, si sono rivelate molto negative". 

Crisi Valtur, l'allarme dei sindacati: “Vogliono liquidare e licenziare i dipendenti”

"Su questa situazione già complessa - prosegue De Zolt - si è inserita la gestione di Elena David e del suo team proveniente dall’esperienza alberghiera, che ha fallito sotto ogni aspetto: sono aumentati i costi a livello centrali e le difficoltà di gestione dei villaggi, con l’aumento della precarietà tra i lavoratori e le lavoratrici.Purtroppo ai grandi annunci e ai road show della dottoressa David non sono seguite altrettante iniziative di investimento: e infatti l’origine della crisi è essenzialmente questa. L’accordo da 70 milioni di euro con la Cassa Depositi e Prestiti non è bastato a Bonomi per cambiare idea sull’affare Valtur: semplicemente da parte del finanziere vi è la volontà di uscire dalla partita, senza mettere altro denaro. A prescindere dal business". 

Quante sono le persone che rischiano di perdere il lavoro? 

"Durante la stagione nei villaggi lavorano qualcosa come 1000 persone, senza considerare il Tanka Village, che oggi è già fuori dal perimetro Valtur, che occupa 500 persone. Le persone che lavorano nell’headquarter di Milano sono un centinaio, e su queste la preoccupazione è maggiore perché la chiusura del tour operator prospettata dal presidente Foschi all’ultimo incontro al Mise scrive la parola fine sulla loro esperienza lavorativa". 

Cosa intende fare l'azienda? 

"L’attuale proprietà vuole liquidare, non vuole vendere, ne pensa a soluzioni per il proseguo dell’attività. Vuole uscire dalla partita al minor costo". 

Quali sono le prospettive nell'immediato futuro? 

"Sappiamo che ci sono delle offerte ma finché la proprietà continuerà a voler liquidare non c’è trattativa. Il Mise deve farsi sentire, l’estate è alle porte e la stagione è già compromessa, non si può aspettare. Nel frattempo la Cgil sta lavorando per garantire la riapertura dei villaggi già usciti dal perimetro, che stanno passando ad altri gestori ai quali chiediamo garanzie rispetto ai lavoratori stagionali da sempre legati alle realtà Valtur". 

A pochi mesi dall'inizio della stagione estiva, tutte le prenotazioni sono state bloccate, mentre non è chiaro cosa succederà a chi ha già prenotato (e pagato) la vacanza. Intanto, per sperare che ad andare in 'vacanza' (forzata) non siano i dipendenti Valtur, tutti aspettano un intervento del ministero dello Sviluppo Economico.

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