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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Auto, tabacchi e bevande: la guerra dei dazi colpisce anche l'Italia

La black list varata dall'Unione europea contiene diversi prodotti di largo consumo nel Belpaese: una escalation pericolosa che mette a rischio 4 miliardi di esportazioni con gli Stati Uniti

Donald Trump ha dato il via ad una guerra commerciale dei dazi, che coinvolge molto da vicino anche la tavola degli italiani. Le ritorsioni dell'Unione europea che colpiscono le importazioni dagli Stati Uniti, riguardano diversi prodotti di largo consumo in Italia come bourbon whisky, mirtilli, succo d'arancia, fagioli, mais, burro d'arachidi, riso, tabacco e sigari, che soltanto nel 2017 hanno avuto un valore di 30 milioni di euro per il Belpaese, senza contare manufatti in ferro, acciaio e ghisa, barche, motociclette, abiti e cosmetici. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla black list varata dalla Commissione Ue che ha deciso di fare ufficialmente partire le procedure per l'attivazione delle contromisure in risposta ai dazi Usa su acciaio e alluminio, con l'obiettivo di farle entrare in vigore da luglio.

Lo schiaffo di Trump all'Europa: dazi su acciaio e alluminio

Per l'Italia si tratta di una pericolosa escalation che mette a rischio - sottolinea la Coldiretti - circa 4 miliardi di export agroalimentare Made in Italy in Usa dove si è registrato un aumento del 6% nel 2017. Gli Usa - continua la Coldiretti - si collocano al terzo posto tra i principali italian food buyer dopo Germania e Francia, ma prima della Gran Bretagna. Il vino - continua la Coldiretti - risulta essere il prodotto più gettonato dagli statunitensi, davanti a olio, formaggi e pasta.

I dazi di Trump potrebbero incidere su esportazioni italiane per 37,7 miliardi di euro

''C'è poco tempo per scongiurare il pericolo di una guerra commerciale che rischia di determinare un disastroso effetto valanga sull'economia e sulle relazioni tra Paesi alleati'' conclude il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che ''occorre cogliere l'occasione per ripensare a norme sul commercio piu' eque che non si limitino a considerare l'aspetto economico nelle relazioni tra Paesi ma che tengano conto anche del rispetto delle stesse regole sul piano ambientale, della tutela sociale dei lavoratori e della sicurezza dei cittadini''

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